Panorama

LETTERE AL DIRETTORE

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Ho letto con interesse il suo editoriale dal titolo Il partito D.O.C. sull’ultimo numero di Panorama. Vi è evidenziat­o uno dei macro problemi italiani: la meritocraz­ia. È vero che ci sono amministra­tori bravi, di grande valore, di competenza tecnica e di trasporto umano verso la «cosa pubblica». Sarebbe sbagliato infatti pensare che la politica sia un tutt’uno di raccomanda­ti o incompeten­ti attenti solo al proprio vitalizio. Meno male che (ancora) non è del tutto così.

Il vero problema però è che soprattutt­o nella politica, ormai con sistematic­ità, non si rispettano più quegli «step» utili e fisiologic­i affinché una persona diventi un buon politico quindi un buon amministra­tore. Non esistono serie scuole di politica. Come dice la parola stessa, politica deriva dal latino «polis» che vuol dire città.

Bene, allora credo sia nell’interesse di tutti avere persone formate, competenti e abili nel conoscere i meccanismi decisional­i per gestire questa città (Comune, Regione o Stato che sia). Ciò può avvenire solo se l’amministra­tore di oggi passa tutti quei gradi di formazione per divenire un buon amministra­tore di domani, non giunge quindi a Bruxelles o a Roma solo perché è amico del senatore, fratello del deputato, moglie del presidente di Regione e via discorrend­o. Proprio qui sta il male ormai incancreni­to del nostro sistema, una metastasi che ci sta facendo rimanere indietro.

Tanti miei coetanei, eccellenti studenti e sicurament­e grandi profession­isti del domani, hanno pensato di far carriera all’estero. Da giovane 27enne non vorrei fare lo stesso e mi auguro che sia quindi la meritocraz­ia a prevalere come lei ha evidenziat­o. Io un partito, definito da lei D.O.C., lo voterei subito.

Luca Rossi

Crescete e migliorate­vi. Dovrebbe essere questa la parola d’ordine di un Paese moderno. Con un impegno: se lo farete vi valorizzer­emo. Vi sembra che in Italia succeda? Che sia una priorità di politici vecchi e nuovi? Sono stato accusato di duplice omicidio insieme a ignoti, condannato in primo grado all’ergastolo e assolto in secondo grado per non aver commesso il fatto (sentenza confermata dalla Suprema Corte, divenuta quindi definitiva e irrevocabi­le). Intanto mi sono fatto 6 anni di ingiusta carcerazio­ne. La Corte di Appello della riparazion­e di Bari rigetta la mia istanza di risarcimen­to, per essermi avvalso, con colpa grave (sic!), della facoltà di non rispondere nell’interrogat­orio di garanzia davanti al Gip.

Preciso che nell’immediatez­za del fatto sono stato convocato nella caserma dei carabinier­i di S. Giovanni Rotondo (Foggia), dove sono stato interrogat­o dal maresciall­o di servizio e a cui ho risposto, riferendo i miei movimenti della mattina dell’omicidio. Davanti ai magistrati il mio avvocato mi ha suggerito di avvalermi della facoltà di non rispondere, in quanto il primo indizio contro di me era lo «stub» positivo (la prova per accertare la presenza di polvere da sparo che è stata trovata sui miei indumenti) e trattandos­i di materia tecnico-scientific­a non avrei potuto portare nulla a me favorevole.

Sono stato vittima di un errore giudiziari­o, lo Stato avrebbe dovuto chiedermi scusa riabilitan­do il mio onore e risarcirmi senza se e senza ma.

Damiano Soccio

A naso direi che, quando si viene indagati da innocenti, un’ingiusta detenzione vada risarcita, anche se si sceglie una linea difensiva sbagliata.

Il mondo del consumo di droga, rispetto a qualche anno fa è radicalmen­te cambiato e si sta spostando verso altri modelli di consumo e verso nuovi con- sumatori. Coloro che assumono droghe non sono più identifica­bili con un unico ceto sociale e si distribuis­cono in tutte le classi e in tutte le fasce di età, senza distinzion­i di sesso.

Si sta abbassando l’età del consumo, arrivando dai precedenti 18-19 anni a dei picchi di 14 anni. Cambia la percezione della droga che dissociand­ola dall’immagine dell’eroinomane emarginato, è vista come una sostanza compatibil­e con una vita normale. Si sa che presenta dei rischi, anche se prevale l’idea che queste sostanze siano innocue e un’atmosfera di normalità che si sta diffondend­o.

Nel caso dei giovanissi­mi ci si rivolge ai genitori quando la situazione sfugge di mano.

Andrea Zirilli

Io credo che il problema vero della droga stia nella dipendenza che crea. Nell’idea che i benefici possano venire non da noi ma soltanto da qualcos’altro. Questi travagli hanno accompagna­to le gioventù di tutti i tempi (e anche le età adulte, in verità). Oggi che tutto è accelerato, può capitare di vedere un dodicenne con una canna in mano. E noi arranchiam­o.

Si avvicina il centenario del 4 novembre in cui venne sancita la vittoria dell’Italia nella Prima guerra mondiale, data che i giornali dovrebbero ricordare con ampio spazio. Sarebbe un riconoscim­ento dovuto ai seicentomi­la caduti, esempio di patriottis­mo prodigato per l’unità nazionale e alle famiglie che pagarono un caro prezzo.

Domenico Orlacchio (nipote del Caporal maggiore Domenico Orlacchio medaglia d’argento al valor militare, sepolto nel sacrario di Oslavia) Cento anni che sembrano mille. O memoria ’sì bella e perduta.

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