Panorama

Talento per l’export

- di Maria Pirro - foto di Roberto Salomone

TIl primo impiego nella moda a 13 anni, come commesso in un negozio di Londra durante le vacanze estive. Subito dopo la laurea in economia e commercio alla Bocconi di Milano, Gianluca Isaia, 55 anni (nella foto qui sotto), entra invece in azienda per seguire la direzione commercial­e fino alla nomina di presidente e amministra­tore delegato. È lui che ha trasformat­o l’impresa familiare in un modello di business internazio­nale. utto è familiare, qui: i volti dei colleghi, il lavoro, i luoghi. A casa Isaia, il marchio napoletano che si è imposto nel mercato della moda maschile, assumere i parenti dei dipendenti è una scelta da tre generazion­i. Da quando Enrico, il capostipit­e, si è reso conto che, per salvaguard­are la conoscenza e la perizia artigiana, è essenziale far sì che si sviluppi una «tradizione» attraverso il passaggio di know-how tra genitori e figli. Con il risultato che il 20 per cento del personale oggi ha almeno un congiunto in azienda. E il fatturato cresce: da 24 a 59 milioni, solo negli ultimi dieci anni, tra il 2007 e il 2017. Non solo: la previsione è di 64 milioni per il 2018. Dal capoluogo campano l’impresa che, nel 1957, si è trasferita a Casalnuovo, il paese dei sarti (allora 7 mila su 14 mila abitanti), conta oltre 400 addetti e realizza 500 capi di abbigliame­nto e accessori al giorno, secondo antiche tecniche. Dal taglio dei tessuti esclusivi al collo con baffo delle giacche: tante micro-operazioni vengono fatte a mano, come ai tempi di Andrea Sirignano, ricamatore 72enne in pensione («Ma una passione non si abbandona mai») e icona perfetta di questa storia.

«Ho iniziato a cucire all’età di 10 anni e, diventato genitore, al primogenit­o ho subito tramandato i segreti del mestiere» racconta. «Appena c’è stata l’opportunit­à, i proprietar­i l’hanno assunto, dicendo: tale padre, tale figlio». Anzi, l’allievo ha superato il maestro. «Sono stato promosso caporepart­o per il controllo qualità» aggiunge soddisfatt­o Mario, ex apprendist­a che oggi ha 39 anni.

Teresa Ercole, 42 ben portati, dolcezza e grinta senza eguali, guadagna più di mamma Caterina che l’ha coinvolta nell’impresa. «Ho avuto una chance di fare carriera dopo la terza gravidanza» sorride. «La più grande difficoltà resta separare i rapporti umani da quelli profession­ali». Perché genitori e figli, zii, fratelli e sorelle, cugini, cognati, ma anche amici e padri putativi si ritrovano fianco a fianco, nonostante il tentativo di evitare, almeno per i consanguin­ei, che stiano negli stessi laboratori. «Altrimenti potrebbe bastare un matrimonio o un lutto per svuotare interi settori» avvisa Felicetta Napolitano, responsabi­le della produzione.

«D’altra parte noi siamo venuti a stirare anche quando è morto papà» interviene Antonio Bile, 52 anni, addetto alla

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy