PROTETTO DA UN ANGELO
Il progetto e la realizzazione sono tutti di Andrea Sabaini, di Truck Design e di Emmebi Teloni Srl, ma le idee vengono in gran parte da Giovanni: «Diciamo – spiega – che è stato un lavoro fatto insieme, in cui ognuno ha messo competenza e fantasia». Ma il nostro amico ha messo anche molto di sé. Per esempio, la tabella. È in stile olandese, riprende il nuovo carattere con cui è scritto il nome dell’azienda, ma sopra c’è un’altra decorazione. Anche se a prima vista non si nota, quelle sono le ali di un angelo. Ricordano il grave incidente di Giovanni: «Io sono sicuro che mi salvò mio padre, che intervenne dall’aldilà. Da allora, sulla tabella dei suoi camion, il nostro amico ha messo sempre un paio d’ali, a ricordare il miracolo di un angelo al quale deve la vita. Ma questa volta ha fatto di più e ha aggiunto un paio d’ali stilizzate anche sul retro del semirimorchio. Gli interni, invece, sono rimasti quelli originali, sia perché la cabina è ampia, confortevole e non ha bisogno di niente, sia perché il camion lavora e non può fermarsi.
BELLO FUORI E BELLO DENTRO
«Ma la soddisfazione più grande – sorride Giovanni – è che questo DAF tira, è potente come uno Scania, e soprattutto è stabile e si guida benissimo. Per un po’ ho pensato che volevo i quattro soffietti sotto la cabina, poi il Concessionario mi ha suggerito di evitarlo perché le balestre funzionano perfettamente ed evitano un molleggio esagerato. I consumi poi sono all’osso e di questi tempi il risparmio di carburante aiuta molto. Dai tempi del Covid, infatti, le tariffe non sono cresciute, ma le autostrade, il gasolio, gli stipendi degli autisti sì e, chi vuole fare questo mestiere, deve stare attento a tutto. Ed è uno sforzo che ti pesa sulle spalle, si lavora con una grande pressione. Oggi potrei continuare a crescere, ma evito, perché sono 25 anni che tiro la carretta e tra qualche anno scappo a Gallipoli o a Tenerife e mi
godo la pensione!».
LA PASSIONE
In realtà, a questi progetti non crede nemmeno lui e per capirlo, basta sentire Giovanni quando parla dei suoi autisti. «Ne ho uno – racconta – che detesta il suo lavoro, ma che non se ne vuole andare perché, come dice lui, il nostro è un ambiente di lavoro magnifico. Ed è vero, anch’io sto bene con i miei autisti. Per far funzionare l’azienda, bisogna selezionare chi lavora con te e io me li sono tirati su, uno per uno. Però, ho avuto belle soddisfazioni: un cliente ha regalato a un mio autista una pergamena piena di ringraziamenti per il suo lavoro e per i suoi modi. E tutti noi siamo così. Il sabato, facciamo una riunione in magazzino per decidere gli impegni della settimana e poi rimaniamo insieme a scherzare e a prendere l’aperitivo». Giovanni ha ragione, la responsabilità pesa, ma la passione è sempre quella e, se qualche volta, si sogna di partire per Tenerife, subito dopo si guardano i propri mezzi e si sa benissimo che si rimarrà su quel piazzale finché si avrà la forza per andare avanti! ◗