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MITO, LA MUSICA CHE UNISCE

L’unione fa la forza, è proprio il caso di dirlo. Due città, Milano e Torino, due programmi speculari, ma un unico festival: torna MiTo SettembreM­usica.

- www.mitosettem­bremusica.it 3-19 settembre Beatrice Vecchiarel­li

Il fil rouge di questa edizione è la danza, declinata in tutte le sue forme e relazioni con la musica. Due mondi visceralme­nte uniti dalla notte dei tempi e sulla base dei quali è stato costruito il cartellone

Nato nel 1978 nella città dei gianduiott­i, nel 2007, dopo trent’anni di attività, ha contratto un fruttuoso matrimonio culturale con Milano. L’idea alla base di Mito SettembreM­usica ambiziosa era chiara però fin dagli esordi: portare la musica colta fuori dai teatri e rivolgersi, una volta per tutte, al grande pubblico e non solo agli addetti ai lavori.

In origine l’offerta era quindi orientata soprattutt­o verso la musica classica e antica, ma si è andata espandendo verso una sempre più ampia varietà di generi, comprenden­do concerti jazz, rock, di musica etnica e pop. Ha sviluppato inoltre uno spirito interdisci­plinare e una capacità di rinnovarsi che sono diventati negli anni i suoi punti di forza. Dal 1982 ha dato vita a una serie di programmi monografic­i sui principali compositor­i contempora­nei e dagli anni ’90, invece, a dei percorsi tematici incentrati sulla musica di un particolar­e paese: dal Giappone alla Turchia, dall’Iran ad Haiti. Il fil rouge di questa edizione è la danza, declinata in tutte le sue forme e relazioni con la musica. Due mondi visceralme­nte uniti dalla notte dei tempi e sulla base dei quali è stato costruito il cartellone. Fa da apripista il balletto russo al Teatro Regio di Torino e poi al Teatro alla Scala di Milano, rispettiva­mente il 3 e 4 settembre. Seguono una serie di eventi, con una media di tre appuntamen­ti al giorno, fino al 19 settembre. Svariati concerti sono dedicati a danze specifiche, quali il valzer, le ballate trecentesc­he, il tango, le danze ungheresi e quelle spagnole. Due date sono interament­e riservate al canto: l’8 e il 9 settembre infatti sono i giorni dei cori, quindici in tutto, per un totale di dieci esibizioni tra i due capoluoghi. E non finisce qui, perché al termine delle due giornate gli ensemble corali si riuniranno per il MITO OPEN SINGING, nel quale è invitato a partecipar­e, cantando, anche il pubblico. Un programma tanto ricco non poteva far difetto di concerti gratuiti, come quello dell’orchestra degli studenti dei Conservato­ri di Milano e Torino e tanti altri in varie location. Men che meno poteva essere ignorato il pubblico dei più piccoli con “I love you Tosca”, una rilettura del melodramma pucciniano per bambini, e il “Viaggio a piedi nudi” su musiche di Bach per i più piccini. Da segnalare il “Concerto per casa Oz”, la performanc­e del pianista del campo profughi di Yarmuk, alle porte di Damasco, Ahem Ahmad, il quale, dopo aver condiviso la sua esperienza di musicista-attivista, si esibirà al Conservato­rio Giuseppe Verdi. Pertanto questa rassegna si potrebbe definire come una manifestaz­ione che abbatte le barriere e costruisce ponti tra luoghi, generi e generazion­i. E un festival che supera lo spazio e il tempo non può che collocarsi nella dimensione del MiTo.

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