BIOTESTAMENTO: A CHE PUNTO SIAMO?
A quasi un anno dalla legge per il trattamento del fine vita è tempo di bilanci, di riflessioni, del riconoscimento degli enormi sforzi che hanno portato a una svolta epocale per tutti noi
Ci sono voluti anni, anni di sofferenze salite alla ribalta mediatica spesso proprio per volere di chi, alla lotta, non ha mai rinunciato: da Eluana Englaro, morta il 9 febbraio 2009 dopo aver passato 17 anni in stato vegetativo a seguito di un incidente stradale, a Piergiorgio Welby; da Terri Schiavo, scomparsa il 31 marzo 2005 dopo 13 anni passati in stato vegetativo con alimentazione e idratazione forzata, al caso di Fabiano Antoniani, in arte Dj Fabo, morto in una clinica svizzera il 27 febbraio 2017 dopo una lunga lotta per «poter scegliere di morire senza soffrire». Anni in cui la civiltà ha fallito per colpa di un flemmatico e tortuoso meccanismo legislativo o di questa o quell’altra priorità politica. Eppure resta ancora parzialmente insoluta la vicenda giudiziaria di Marco Cappato, leader dell’Associazione Coscioni imputato per aver aiutato Dj Fabo a raggiungere la Svizzera per ottenere il suicidio assistito. Aperto l’8 novembre 2017 il processo si è concluso il 14 febbraio 2018 con l’assoluzione per la parte che lo vedeva imputato di istigazione al suicidio. Per la parte di aiuto al suicidio, invece, la Corte di Assise di Milano ha emesso un’ordinanza di remissione alla Consulta per il giudizio di costituzionalità dell’art. 580 del codice penale. A sua volta la Corte Costituzionale, riunitasi il 23 ottobre 2018, si è pronunciata il giorno seguente sospendendo la decisione e riconvocandosi a settembre del prossimo anno. Nel frattempo ha però invitato il Parlamento ad intervenire offrendo adeguate tutele legislative corrispondenti al dettato costituzionale, poichè «l’incriminazione delle condotte di aiuto al suicidio, non rafforzative del proposito della vittima, risulta in contrasto con i principi sanciti dagli articoli 2 e 13 della Costituzione», dai quali discenderebbe la libertà della persona di scegliere quando e come porre termine alla propria vita.
Secondo la Consulta non si può non tener conto di specifiche situazioni, inimmaginabili all’epoca in cui la norma fu introdotta. “Spetterà ora al Parlamento intervenire” – ribadisce Cappato. “Il coraggio di Fabiano Antoniani nell’agire pubblicamente, e l’azione nonviolenta di disobbedienza civile, offrono al Parlamento -grazie alla Corte costituzionale- una grande occasione di riforma per allargare gli spazi di libertà e responsabilità fino alla fine della vita. Mi auguro che i Parlamentari sappiano sottrarre un tema così importante alle logiche di partito e di fazione, facendo prevalere la ricerca dell’interesse generale, e in particolare dei diritti delle persone che soffrono.”
Resta ancora parzialmente insoluta la vicenda giudiziaria di Marco Cappato, leader dell’Associazione Coscioni imputato per aver aiutato Dj Fabo a raggiungere la Svizzera per ottenere il suicidio assistito.