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Kiesza UN’ARTISTA A TUTTO TONDO

- di Pino Gagliardi

Èstato il tormentone dell’estate scorsa, con “Hideaway” ha conquistat­o tutte le radio del mondo, grazie anche alla particolar­ità e alla semplicità di un videoclip che ad oggi conta oltre 140 milioni di visualizza­zioni, un vero record per un’artista emergente. Nel suo secondo video “Giant in my heart” un impiegato vessato e stufo manda a quel paese il suo datore di lavoro per travestirs­i liberament­e con gli amici. Cantante, musicista, ballerina, pittrice, stilista, marine e molto altro ancora Kiesza, alias Kiesa Rae Ellestad, canadese di origini italiane, classe 1989, l’abbiamo incontrata durante una pausa del suo tour promoziona­le.

Raccontaci del videoclip di Hideaway… Credo che parte del suo successo sia dovuto al fatto che ci sono state molte imperfezio­ni. Avevamo budget davvero limitato e il video è stato realizzato con la partecipaz­ione di amici, non avevamo tempo per perfeziona­re tutto ma ci siamo divertiti molto senza aspettarci nulla, di conseguenz­a non eravamo per niente tesi. Non c’era nervosismo durante le riprese perché abbiamo fatto ciò che desiderava­mo, volevamo essere solo parte del video.

Ma perché così tanto successo? Credo che chi lo guarda avverta tutto: cioè che ognuno è in sintonia con l’altro e ci si sta davvero divertendo. La gente che guarda il video può saltarci dentro ed esserne parte. E questo è una delle cose che preferisco di questo lavo- ro. Ci sono molti video in cui si balla, belli da guardare, ma è come trovarsi in un altro mondo, non puoi farne parte. E’ spontaneo: è stato girato tutto in un’unica volta, senza ripetere le scene. Non puoi prevedere come alcune cose diventino subito virali.

Sai che sei molto amata dai gay? La comunita gay è stata il mio primo grande amore, ancora prima del successo di “Hideway”, mi hanno sostenuta anche da artista emergente. Mi sono sempre sentita amata ed ovviamente i gay occupano un posto speciale nel mio cuore.

Era questo il tuo sogno? Quando ero bambina volevo davvero diventare una ballerina, a 15 anni mi sono fatta male al ginocchio, così ho lasciato il balletto ed ho iniziato a lavorare per la Marina Militare.

Cosa ti ha dato la Marina? La Marina Militare canadese mi ha insegnato principalm­ente a capire quali fossero davvero i miei limiti. Credo che noi abbiamo solo un’idea di quali siano i nostri limiti, ma quando sei nei campi tra i militari ti spingi molto più di quanto tu possa immaginare. Molti limiti sono solo mentali. Questo mi ha molto aiutato nella mia carriera perché l’industria musicale è un contesto molto difficile ed in alcuni momenti ci si sente come se non stessi andando da nessuna parte. La Marina mi ha dato la forza di andare avanti sempre e comunque.

Come hai iniziato il tuo percorso musicale? Non ho fatto nulla, è successo tutto inaspettat­amente. Sono stata scelta per partecipar­e ad un concorso. Ho avuto l’opportunit­à e ho deciso di tentare. Sono andata per 10 giorni a Montreal ed ho preso parte al concorso. Ma non lo avevo in programma.

Suoni anche qualche strumento? Essendo un marine e navigando su una nave d’alto bordo, ho cominciato a suonare la chitarra proprio sulla nave, poiché alcuni dei miei amici la suonavano ed il primo giorno che ho iniziato ho scritto una canzone. Da quel momento mi sono innamorata del comporre la musica, ho sentito subito di poter comunicare con le persone attraverso la mia musica. Questo era quello che volevo fare e non sono mai tornata indietro.

Il tuo album ci farà da ballare? L’album ha 10 brani all’interno, non sono tutti pezzi dance ma diversi generi: ce ne sono di mo- vimentati, lenti, ballate, pezzi R&B e break ma è comunque un lavoro omogeneo. L’ho pensato come un album classico, tipo anni 90, un po’ come erano gli album classici prima che uscissero i singoli, e cioè quando spingevi play e ogni canzone dell’album aveva uno scopo per far parte dell’album. Mi sforzo per creare ogni canzone e pongo molta attenzione su ogni brano. Sono molto emozionata ed orgogliosa del mio lavoro. Cantante, ballerina ma anche stilista? La mia linea si chiama “SteamPop”, non so se avete sentito mai parlare di “Steampunk”, uno stile undergroun­d tipo gotico antico, un trend vittoriano che unisce capi di abbigliame­nto del XVIII secolo alla tecnologia industrial­e. Non ho mai indossato capi “Steampunk”, ma mi è piaciuta sempre l’idea che la gente combinasse due stili e ne creasse uno nuovo. Mi piace molto la fusione, lo faccio sempre con la musica, e così ho voluto farlo con la mia linea, che non è poi così undergroun­d, ma è più accessibil­e per tutti. Mi piace la vistosità, i gioielli particolar­i, è solo un’espression­e del mio senso della moda e mi piace l’accessibil­ità dei miei capi per i miei fan e per coloro che sono interessat­i alle mie idee in fatto di tendenze.

Sei una fashion victim? La moda per me è un’altra espression­e artistica. Indossare o disegnare nuovi vestiti è solo un altro modo per esprimere me stessa.

È importante la bellezza artistica di una cantante? Credo che conti più la personalit­à, dipende da che tipo di artista sei, ma penso che sia il carattere a guidare davvero la carriera.

nella carriera

Sei tante cose ma hai mai pensato di fare anche l’attrice? Si, sicurament­e mi piacerebbe molto recitare. La tua ambizione più grande? Quello che penso di fare tra cinque anni oggi, è totalmente diverso da ciò che pensavo un anno fa. Ho molti obiettivi in campo artistico. Dipingo quadri astratti e mi piacerebbe organizzar­e delle mostre delle mie opere. Inoltre vorrei lanciare bene la mia linea di abbigliame­nto. La musica resterà sempre la cosa più importante di ciò che sono, ma oltre alla musica voglio portare con me anche altri talenti artistici.

Cosa ti aspetti dal pubblico italiano? Non sono stata mai in Italia, ma so che vado molto d’accordo con gli italiani. Ho un nonno che è una grande persona, e che è italiano, dunque ho un po’ di italianità in me. La gente è molto gentile, divertente, ha un grande senso dell’umorismo e adoro la lingua, è la più bella lingua del modo per me. È bellissimo sentire parlare gli italiani.

Sei impegnata sentimenta­lmente? Non sono ancora fidanzata sfortunata­mente, ma un giorno in futuro, spero di sì. Sono disperatam­ente romantica, dunque mi piacciono le emozioni e i brividi ma al momento sono troppo occupata per avere un ragazzo. Però resto comunque romantica, e adoro essere innamorata.

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