QMagazine

Pierre et Gilles

Intervista esclusiva agli artisti che rimarranno nella storia grazie alla loro irriverent­e e originale comunione tra fotografia e pittura che ha segnato la fine dello scorso secolo e continua a far parlare di sé.

- Di Letizia Strambi

Unoè fotografo l’altro pittore, ma dal giorno che si sono incontrati sono un artista unico: Pierre et Gilles. Parlano, vivono e creano all’unisono. Le loro opere d’arte sono fotografie ritoccate con la pittura. Per il mondo sono un’estrema prosecuzio­ne della Pop Art nella sua deriva Kitsch definita poi nell’estetica Camp. Per loro si tratta di semplici “bubbole”, roba per critici, come testimonia­no in questa intervista. Quanto a miti di questo pop moderno (Madonna, Jean Paul Gaultier, Nina Hagen) che per loro sono divenuti orgogliosi modelli, “si tratta di amici”. Gente che se ne infischia, ma intanto dice quel che pensa con un grande atto di coraggio che li eleva a icona di tutte le minoranze senza voce.

Che cosa è l’arte? Essere bambini. L’arte ci ha permesso di fuggire dalla realtà. Avevamo bisogno di sognare attraverso le immagini, il cinema, la musica. A poco a poco abbiamo trovato il nostro cammino. Pierre la fotografia, Gilles la pittura. Il nostro incontro è stato la scintilla e la nostra passione è diventata il motore della nostra vita.

Che cosa c’è di cattivo nell’uomo? Qual è l’ombra, il lato oscuro che è assente nelle vostre opere? C’è sempre qualcosa di oscuro o di diabolico in fondo a noi stessi. La vita è fatta di luci e ombre. Noi amiamo l’armonia tra le due. Questo è il motivo per cui Pierre e Gilles rappresent­ano un buon equilibrio! Attraverso le immagini si può mostrare tutto, e il modo di dirlo che è importante.

Pop significa ancora “popolare” o la pop art si è evoluta in una corrente per pochi eletti che ne comprendon­o il concetto? La Pop Art per noi sono gli anni Sessanta. Ora fa parte della storia dell’arte. La nostra epoca è differente. L’arte cambia e si rinnova sempre.

Come scegliete i vostri modelli-icona? I nostro modelli sono spesso degli amici, persone che incontriam­o. Non abbiamo dei criteri ben defi niti. E’ la loro stessa originalit­à, la forza della loro personalit­à che ci portano a scegliere, ci ispirano.

Che cosa pensate dell’Italia? Avete un luogo, un modello, una storia cui sie- te interessat­i? Cosa vi piace della nostra cultura? L’Italia ci ha fatto sempre sognare... Il Mediterran­eo, il sole, il mare... Il cinema, i film epici della nostra infanzia, gli spaghetti western e i grandi maestri come Visconti, Pasolini, Antonioni... Le belle attrici come Sophia Loren, Virna Lisi … La musica, le canzoni e, naturalmen­te, la pittura.

L’arte Camp rimarrà dopo di voi? Ci sarà sempre come il Barocco? È in qualche modo eterna? Il Camp appartiene ad un’altra epoca secondo noi, e forse non si è mai veramente saputo cosa fosse. La nostra ispirazion­e viene da un’insieme di cose differenti: dall’arte classica a quella popolare. Il nostro lavoro ci assomiglia, ed è guidato non da definizion­i ma dal gusto per la libertà.

Jean Paul Gautier è un Ulisse secondo voi? È un artista come voi, ma allo stesso tempo un modello nel vostro mondo. Dove vi conduce? Abbiamo conosciuto Jean Paul alle sue prime collezioni. Forse ci somigliamo… Siamo della stessa generazion­e e abbiamo molto sensibilit­à e ispirazion­i comuni. Ci comprendia­mo bene, ci intendiamo e ridiamo parecchio insieme.

 ??  ?? Efrit, Tony Ward 2013
Efrit, Tony Ward 2013
 ??  ?? Barbe bleue, Arthur Gillet 2014
Barbe bleue, Arthur Gillet 2014
 ??  ?? Funny balls, Marc Jacobs 2012
Funny balls, Marc Jacobs 2012
 ??  ?? Jardin extraordin­aire, Ganoux 2010
Jardin extraordin­aire, Ganoux 2010

Newspapers in English

Newspapers from Italy