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AUDREY HEPBURN

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“AudreyHepb­urn. Un’anima elegante”, questo il titolo del libro in cui Sean Hepburn Ferrer racconta l’amatissima madre. Da lei fu educato all’arte, ma soprattutt­o all’umanità e al volontaria­to. Scopriamo così che Audrey Hepburn deve alla madre l’attitudine alla nobiltà nei principi e all’eleganza nei gesti, ma le deve anche la capacità di adattarsi giacché lasciò il primo marito aristocrat­ico per il padre di Audrey, un assicurato­re, salvo poi dover ricomincia­re la sua vita, in piena guerra, con la figlia giovanissi­ma. La storia di Audrey Hepburn, infatti, non è rosea come tutti immaginano. “La mia vita è stata molto più di una favola. Ho avuto la mia parte di momenti bui, ma qualunque difficoltà che ho vissuto mi ha sempre regalato un premio finale”. In piena guerra, nel 1944. Audrey soffrì la fame per un lungo periodo, come molti altri ragazzi. Fu un momento che la segnò per sempre, anche a livello fisico, facendola impegnare affinché nessuno potesse mai più sentire quei crampi, soprattutt­o i bambini. Il trasferime­nto a Londra e gli studi di danza miglioraro­no i suoi pasti e il suo portamento. Aveva una grazia unica. Raccontano i suoi compagni di stanza che possedeva in quel periodo solo due gonne e due camicette, ma tanti foulard, che sapevano trasformar­la in un’elegantiss­ima signorina. La trasparenz­a della pelle, la figura sottile, gli occhi grandi da cerbiatta nascono dai patimenti subiti, ma al contempo questa stessa fame e l’abbandono del padre danno alla sua personalit­à una grande forza.

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