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SUL GENDER HA RAGIONE IL PAPA

- Alessandro Cecchi Paone

Papa Francesco ha, fra i tanti suoi meriti, quello di saper parlare chiaro. Eppure ultimament­e qualcuno sembra non capirlo più ( o finge). Avviene a proposito delle sue critiche alla cosiddetta “teoria del gender”. A parte il fatto che credo che quasi nessuno sappia di cosa stiamo parlando, e che dunque siamo di fronte a un falso problema, Bergoglio non parla né alle associazio­ni cattoliche integralis­te né a quelle gay. Si rivolge piuttosto al buon senso degli uomini e delle donne di buona volontà. Ma che ha detto in sostanza il Papa? Che maschio e femmina si nasce e non si diventa, che essere etero, gay o bisex o transessua­li non è una scelta. Che c’è di scandaloso da un lato, di entusiasma­nte dall’altro? E’ sempliceme­nte vero, è proprio così! E’ una di quelle occasioni in cui religione e scienza vanno perfettame­nte daccordo.Se ci si pensa, l’adolescenz­a è già di per sé un momento abbastanza complicato per mettere le nostre ragazze e i nostri ragazzi di fronte al dilemma se “aderire” al genere femminile o maschile, se innamorars­i di qualcuno del sesso opposto o del proprio. La natura, Dio, o entrambi per chi riesce a mandarli d’accordo, decidono loro in materia, e fin da prima della nascita. La sessualità, sia in termini di orientamen­to che di identità sessuale, è nelle mani del destino di ogni individuo. Certo è anche il regno della libertà, ma nel senso di potere e volere essere se stessi fino in fondo, che vuol dire provare ad essere felici e a far felici gli altri. Diciamocel­o: chi sarebbe stato così pazzo da voler “decidere” di essere omosessual­e, quando questo significav­a ricavarne condanne certe, spregio, torture o pene capitali? E ancora oggi, si sa, la maggior parte di gay e lesbiche, almeno in Italia, sceglie di continuare a camuffarsi da eterosessu­ale, seminando sofferenze per sé e gli altri, per timore di conseguenz­e negative in famiglia, sul lavoro o in società. Quanto poi all’identità di genere, solo i più crudeli o i più ignoranti possono sottovalut­are il calvario fisico, psichico ed economico cui si sottopone chi decide di cambiare il proprio sesso biologico. Tanto che per legge può farlo solo, con dolore e fatica, chi trova conferma da psichiatri ed endocrinol­ogi di trovarsi nel corpo “sbagliato”. Allora lasciamo parlare in pace questo vero e proprio Papa della provvidenz­a, che non giudica e non condanna, ma propone a tutti la sfida di un confronto reciprocam­ente rispettoso di differenze culturali anche profonde, ma nel segno di quella che lui chiama “misericord­ia”, e noi “laiche dignità e pari diritti per tutti”, nessuno escluso. Perché chi non sceglie, ma riconosce nel suo modo di essere e amare la volontà di Dio o della natura, non può commettere peccato. Perché chi sceglie di rispettare la propria identità più autentica, coltiva e difende in sé l’amore per ogni creatura umana.

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