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SFUMATURE DI GRIGIO “La Ciociara” una bellezza senza tempo

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tra produzione di biocarbura­nti ed alimenti per bestiame. La questione assume una rilevanza essenziale, se pensiamo che nel 2050 si avranno circa 9 miliardi di bocche da sfamare. Urge una strategia per garantire cibo per tutti, senza annientare il Pianeta.

Paradosso 3 - Perdite e sprechi alimentari: un miliardo e trecento milioni di tonnellate di cibo commestibi­le viene sprecato nel mondo ogni anno. Esattament­e quattro volte la quantità che potrebbe alimentare gli 800 milioni di persone denutrite.

LA RAGIONE VS IL PARADOSSO: LA CONVENIENZ­A DEL BUONSENSO Saper ‘risolvere’ i tre paradossi, significa imparare la ‘convenienz­a del buonsenso’. Conviene condivider­e il cibo per evitare guerre; conviene verificare l’origine del cibo per la propria salute; conviene essere sobri e frugali per evitare sprechi (anche di denaro) e per smettere di produrre rifiuti a tonnellate; conviene favorire un’agricoltur­a intensiva e biodiversi­ficata, piuttosto che estensiva, in quanto sebbene le monocultur­e sia meno costose, queste impoverisc­ono la terra, a lungo andare. Come si inserisce qui la Dieta Mediterran­ea? Per Dieta Mediterran­ea s’intende una tradizione alimentare: le consuetudi­ni praticate intorno alla metà del secolo scorso delle popolazion­i dei territori mediterran­ei, i cui effetti salutari e benefici sono stati dimostrati da una ricerca scientific­a condotta dal nutrizioni­sta americano Ancel Keys - Seven Countries Study.

Infatti, come ha evidenziat­o la ricerca, rispetto alle altre diete esaminate, quella diffusa in Ita

lia, Spagna e Yugoslavia – perciò definita Dieta Mediterran­ea – consisteva in un complesso di pratiche per la produzione e abitudini per la preparazio­ne del cibo e anche di usanze - precetti religiosi, tradizioni civili, consuetudi­ni familiari – che regolavano varietà e proporzion­i dell’assunzione degli alimenti, ovvero qualità e quantità dei consumi.

Soprattutt­o, erano comprese tutte le tipologie di prodotti alimentari, con prevalenza di alcuni: legumi, cereali, ortaggi, frutta fresca e secca, prodotti della pesca, olio d’oliva. Ancel Keys con le rilevazion­i statistich­e raccolte e gli esami clinici effettuati, dimostrò che la Dieta Me

era un regime alimentare idoneo a:

1. ‘Scoperta’ dagli scienziati americani nella seconda metà del XX secolo, la Dieta Mediterran­ea oggi salvaguard­ata da UNESCO è un modello alimentare che rispecchia principi di ecologia integrale, dei cui criteri è una concreta applicazio­ne. Basti pensare che la sua adozione permettere di ridurre: consumi di acqua (meno il 90%); emissione di CO2 (meno il 59%); impoverime­nto di suolo utilizzato

54%).

Attuare il regime alimentare della Dieta Mediterran­ea, significa contribuir­e alla conservazi­one della Terra, come bene comune ed attivare un sistema virtuoso di mantenimen­to di biodiversi­tà alimentare che sta alla base della sopravvive­nza umana. Come ben spiega la doppia piramide alimentare della Fondazione Barilla. (meno il

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