WHAT’S INN?
Sonopassati circa 12 mesi dalla tua elezione a sindaco, innanzitutto vorrei chiederti come stai?
Ciao Antonia sto bene, grazie. Sono passati solo pochi mesi ma, soprattutto questi ultimi due, sono stati molto impegnativi e pesanti alle prese con un’emergenza che, da neoeletto Sindaco, mai avrei immaginato di dover fronteggiare. Questo, però, mi ha consentito di avere la conferma di essere parte di una squadra di persone meravigliose e mi auguro che i cittadini possano essere orgogliosi di noi.
Partiamo dagli inizi, quando e come hai scoperto la tua identità di genere?
È stata la mia identità di genere a scoprire me nel senso che ha reclamato di emergere in contrapposizione a quella biologica già dai primi anni della mia vita. Crescendo mi sono scontrato con la dura e triste realtà di un corpo che andava in una direzione che mi faceva soffrire e mi spiazza
va. Poi a 14 anni circa è iniziato il tunnel dell’anoressia che, a ritroso, posso identificare come una strategia per non crescere.
Come ha reagito la tua famiglia?
Più o meno quando avevo 20 anni mamma ha scoperto che quella che io avevo presentato come un’amica in realtà era la mia fidanzata. La mia spiegazione è stata semplicissima “non sono lesbica, sono un ragazzo aiutatemi”. Mamma ha reagito malissimo e dopo anni di lotte, all’età di 35 anni, mi sono nuovamente aperto con lei trovando un’alleata e una colonna portante.
In che modo hai messo la tua professione di avvocato a servizio dell’attivismo TLGB? Diciamo che qui ci sono piani che vanno ad intrecciarsi ma che io cerco di tenere, per quanto ciò sia possibile, separati. La mia professione di avvocato è stata negli anni modulata più che altro per quanto attiene le tematiche di difesa dei
Quali sono le domande da non fare mai ad un uomo transgender?
Non credo che esistano domande che si possano fare o non si possano fare. Credo tutto dipenda da come viene posta la domanda, dal contesto in cui viene posta e dal rapporto che esiste tra i due o più interlocutori.
Un messaggio di speranza per chi leggerà questa intervista:
Credo che quello che è successo a Tromello, che mi ha dimostrato tanta fiducia eleggendomi Sindaco, possa succedere in ogni parte nel mondo ma, perché ciò diventi possibile, è necessario che ognuna e ognuno di noi riconosca in sé il valore che ha.
Antonia Monopoli è una donna e attivista transgender nata a Bisceglie provincia di BAT (Barletta, Andria, Trani). Nel ‘94 si trasferisce a Milano per intraprendere quello che, in ambito medico scientifico, viene definito percorso di transizione o adeguamento di genere.
Dal 2002 milita e lotta attivamente contro la transfobia e la discriminazione nei confronti di persone transgender esponendosi sempre in prima linea; diviene, così, una delle principali esponenti dell’attivismo trangender in Italia.
Dal 2009 assume il ruolo di responsabile all’interno dello Sportello Trans di ALA Milano ed inoltre lavora come Peer Educator, in quanto transgender ed ex sex worker, per progetti sulla prevenzione delle malattie a trasmissione sessuale e per progetti di coesione e inclusione sociale nell’ambito della prostituzione.
Collabora, inoltre, a ricerche sullo sfruttamento sessuale e nel 2017 per un anno è stata coinvolta in un progetto all’interno della sezione trasgender in carcere a Como. Ha contribuito alla realizzazione di quattro documentari sulla realtà transgender: “Crisalidi 5 racconti di vita trans” di Federico Tinelli; “O sei uomo o sei donna.. chiaro?!” di Enrico Vanni; “Antonia” di Dimitri Singenberger; “Atopos Generi Teatranti” di Alberto Amoretti. Inoltre, ha contribuito alla realizzazione di tre libri come “Diurna” di Monica Romano (Costa & Nolan Editore); “Le cose cambiano” (Corriere della Sera - Isbm Edizioni); “Doppia Pena” – Il carcere delle donne (Mimesis Editore) e nel 2019 ha effettuato un’autopubblicazione su Amazon, la sua autobiografia “La Forza di Antonia – Storia di una persona transgender”.