Sale e Pepe

Conoscere e gustare le eccellenze Mortadella Bologna ���������������

IRRESISTIB­ILE NEL PANINO, È SQUISITA ANCHE IN PIATTI TRADIZIONA­LI O CREATIVI

- di Marina Cella, foto di Maurizio Lodi, ricetta di Livia Sala, scelta del vino di Sandro Sangiorgi

Mortadella o Bologna? Il popolare salume emiliano si identifica a tal punto con la sua città che molti lo chiamano sempliceme­nte Bologna. Ma se parliamo di prodotto Igp, realizzato secondo il disciplina­re, allora il nome corretto è mortadella Bologna. Una denominazi­one che sottolinea il legame con il territorio ma anche il rispetto della ricetta tradiziona­le che, come afferma il presidente del consorzio Corradino Marconi, ha origini antiche. Se già in epoca romana si producevan­o insaccati nella zona, è del 1661 il primo “disciplina­re” ante litteram della mortadella: un bando emanato a Bologna dal cardinale Girolamo Farnese, che ne regolament­ava ingredient­i (niente carne bovina) e caratteris­tiche..

Oggi la mortadella è prodotta su larga scala, con tecnologie industrial­i. «Ma la ricetta» dice Corradino Marconi «si è mantenuta fedele alla tradizione: carni suine magre, ricavate dalla muscolatur­a striata (spalla, coscia), e grasso cubettato, quello duro di gola, per i lardelli. La carne viene triturata finemente, condita con sale, pepe, altre spezie e aromi (la ricetta varia a seconda del produttore) e insaccata in budelli naturali o sintetici. Segue la cottura in forni ad aria secca: ecco perché la mortadella, a differenza dei salumi crudi, contiene pochi conservant­i e ha una lunga durata. I pistacchi? A Bologna i puristi non li amano, sono più richiesti al Centro-sud».

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy