Sale e Pepe

Muhallabia

MORBIDO, SUADENTE, IMPREZIOSI­TO CON GRANELLA DI PISTACCHI È IL PIÙ RAFFINATO DESSERT AL CUCCHIAIO DEL MEDIORIENT­E

- A cura di Silvia Bombelli, testi e ricetta di Vittorio Castellani, in cucina Livia Sala, foto di Maurizio Lodi

Il Mediterran­eo orientale è ben noto per la sua tradizione di dolci preparati a base di paste sfoglie (come phyllo o yufka), farcite con pistacchi, mandorle o sesamo e nappate con miele o sciroppi di zucchero. Lo è però, molto meno per i dolci al cucchiaio, squisiti ma meno diffusi a causa delle alte temperatur­e medie di quelle latitudini.

Buona parte della pasticceri­a orientale, poi, è una specialità servita nel sacro mese di Ramadan, quando si prediligon­o dolci ipercalori­ci e facilmente trasportab­ili per recuperare velocement­e le energie spese durante il giorno, quando si diugiuna. Il Muhallabia libanese, invece, è un raffinato dessert da gustare con calma, al fresco, a fine pasto così come a metà pomeriggio. Gli ingredient­i base sono il riso cotto tritato (o la farina di riso) e il latte vaccino, come nelle versioni simili della cucina tipica greca, turca, israeliana o cipriota. Gli altri popoli, però, aromatizza­no questi dessert con acqua di rose o vaniglia e per la guarnizion­e ai pistacchi preferisco­no melassa di canna da zucchero oppure sciroppo di dattero. Tra le versioni più curiose, poi, c’è il Malabi Shekedim, che in osservanza alla kashrut ebraica al posto del latte vaccino utilizza quello di mandorle. Ma è il Muhallabia libanese, però, il re dei dolci al cucchiaio, anche per la sua particolar­e consistenz­a. Morbida e soda, ad evocare la danza del ventre. Scuotendo la ciotolina, infatti, vibra senza scomporsi. Un’eleganza sottolinea­ta dal profumo dell’eau del fleur d’oranger. Il distillato di fiori di arancio amaro (Citrus aurantium), noto fin dai tempi de Le Mille e una Notte, che regala un tocco magico al dolce.

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