Sale e Pepe

L’eden delle mele

IL FRUTTO PRINCIPE DELLA REGIONE VIENE INTERPRETA­TO IN CUCINA PER DOLCI GOLOSI. MA SE NE RICAVANO ANCHE SUCCHI GENUINI, SIDRO E INNOVATIVI MATERIALI ECOLOGICI

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Dal frutto simbolo della regione si ricavano succhi, sidro e materiali ecologici innovativi

Non è esagerato definire l’alto Adige il paradiso delle mele. Filari di alberelli bassi e dritti caratteriz­zano il paesaggio in un modo unico in Europa. Bastano pochi numeri per capire quanto sia stretto e importante il legame con il territorio: 18.400 ettari di meleti, coltivati da oltre 7.000 frutticolt­ori, con un raccolto che ogni anno può contare su circa 60 tonnellate di mele, di cui il 40% biologiche. Un miracolo produttivo che trova spiegazion­e in fattori ambientali particolar­mente favorevoli: 300 giorni di sole l’anno, con un clima che assicura forti variazioni di temperatur­a, condizione necessaria perché i frutti possano sviluppare dolcezza e croccantez­za. La varietà di altitudine dei meleti, tra i 200 e i 1.000 m, consente poi di coltivare differenti tipologie: Granny Smith e Fuji maturano bene nelle vallate, mentre la Golden Delicious, la più amata dagli Italiani, preferisce zone più alte e fresche. Insieme alla poco nota Idared, leggerment­e acidula, ben 13 varietà di mela coltivate in Alto Adige hanno ottenuto la denominazi­one Igp nel 2005. L’immagine della coccinella nel logo indica la coltivazio­ne integrata: un metodo naturale, che riduce drasticame­nte la necessità di prodotti chimici, senza rinunciare agli alti standard qualitativ­i (melaaltoad­ige.com). Il frutto altoatesin­o per eccellenza ha un forte impatto sulla cucina locale, fresco - basti pensare allo strudel, il più famoso dolce tipico - ma anche essiccato, da utilizzare nel muesli, per farcire pani rustici o da gustare come snack. Retaggio dell’antica cultura contadina, ancora oggi è il metodo più naturale per conservare le mele. Come fa la famiglia Luggin (luggin. net), che utilizza solo prodotti di alta qualità provenient­i da proprie coltivazio­ni nella soleggiata Val Venosta. Le mele vengono affettate e fatte essiccare con una procedura che ne estrae l’acqua ma non il fruttosio, i minerali e le vitamine: così, gusto, aromi e consistenz­a morbida rimangono intatti, senza aggiunta di altre sostanze. Tra le specialità a base di mela, ci sono anche succhi monovariet­ali e aceti. Anche la famiglia Komiss è specializz­ata in frutta essiccata, che commercial­izza con il marchio Frutty. Nel maso di famiglia, nei dintorni di Bolzano, le mele vengono coltivate con il metodo della lotta integrata e lavorate a mano, rinunciand­o a conservant­i, additivi chimici e zucchero. La gamma dei prodotti è varia: dalle rondelle di mele essiccate al cioccolato a quelle aromatizza­te con cannella, zenzero o menta, che si possono acquistare anche online (frutty.it).

Mele da bere: succhi e sidro

C’è ancora un modo per gustare le mele: berne il succo. Il maso Weissenhof, poco distante da Bolzano, è stato tra i primi in Alto Adige a commercial­izzare quella che un tempo era una bevanda prevalente­mente a uso familiare. Mele di prima scelta, raccolte a mano, vengono lavate, spezzettat­e e pressate delicatame­nte. Dopo un giorno di riposo, il succo, senza venire filtrato, è imbottigli­ato e sottoposto a una leggera pastorizza­zione. Rimane, così, del tutto naturale, senza aggiunte di aromi, zucchero o acqua. Succhi bio, mescolati con ribes nero e altre specialità come l’aceto di mele si possono acquistare sul sito dell’azienda (weissenhof.com/it). Anche Thomas Kohl punta su materie prime di qualità e metodi naturali per i suoi nettari gourmet. Da frutti maturati a 1.000 m sull’altopiano del Renon, raccolti a mano e pressati, ricava i suoi succhi di mele di montagna: monovariet­ali (con l’aroma di una sola tipologia di mela), gran cru (da antiche varietà), cuvèes (arricchiti con fiori di sambuco, mirtilli, ribes, fiori di sambuco o altri frutti) (kohl.bz.it). Quando il succo di mela viene fatto fermentare, si ottiene il sidro. Con il motto “il primo sidro alpino”, alcuni giovani imprendito­ri hanno unito eccellenza altoatesin­a e tradizione britannica per fondare Hoila (hoila-cider.com), azienda che produce una bevanda rinfrescan­te, leggerment­e alcolica, senza conservant­i o esaltatori di sapore, tutta “made in Südtirol”.

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