Il giardino dei vini
UN PERCORSO NEL CUORE DELL’ALTO ADIGE TRA VIGNETI E CASTELLI CON SOSTA IN UNA CANTINA STORICA PER DEGUSTARE E SCEGLIERE I NETTARI GIUSTI PER ABBINAMENTI GOURMAND
Itinerario tra le vigne dell’alto Adige con sosta gourmand in una storica azienda vinicola ..............
In Oltradige, il Giardino del Sudtirolo, è facile trovare residenze principesche, vini da re e paesaggi incantati. A rendere prezioso questo terroir, a una manciata di chilometri da Bolzano e Merano, sono per cominciare le residenze nobiliari (gli Ansitz) e i castelli (gli Schloss) che vigilano dall’alto delle colline. C’è Castel d’appiano, con muraglioni e torri sullo sfondo di rocce e burroni e una curiosità gastronomica: all’interno delle mura, in una chiesina affrescata con scene del Nuovo Testamento, si trova la prima testimonianza ufficiale dei knodel in un dipinto, ispirato al momento della Natività, che raffigura accanto alla Sacra Famiglia anche una donna che cuoce gli inconfondibili gnocchi di pane, evidentemente presenti sulle tavole sudtirolesi già a partire dal Medio Evo. Insieme a quello di Appiano, Castel Korb e Castel Boymont formavano, secoli fa, il cosiddetto Triangolo dei Castelli. Boymont oggi è un suggestivo rudere, illuminato di notte, mentre il trecentesco Schloss Korb è stato trasformato in elegante albergo con ingresso monumentale, statue gotiche, mobili severi, ferri battuti e vista impagabile sulla vallata dell’adige. Nel Giardino del Sudtirolo passa anche una imperdibile Weinstraße, strada del vino che corre parallela al fiume e sfiora il Lago di Caldaro. Impossibile, percorrendo la Strasse, non imbattersi nella Cantina Kettmeir (www.kettmeir.com), azienda storica in Alto Adige che da quasi un secolo produce vini di qualità e che ha la sua sede proprio a Caldaro nella Kellereistraße (che, tradotto, significa proprio “Via delle Cantine”). Fondata nel 1919, Kettmeir è stata una delle prime aziende a conquistare i mercati internazionali e a diversificare la sua produzione: accanto a nobili vini da tavola (da vitigni internazionali come lo Chardonnay e il Pinot Nero, ma soprattutto autoctoni come il Lagrein, il Gewürztraminer, il Müller Thurgau), nell’albo d’oro della maison figurano anche le bollicine. Tradizione, questa, che risale ai primi anni del Novecento quando le teste coronate e la borghesia mitteleuropea consumavano l’oro dell’oltradige, ovvero uno spumante prodotto con le locali uve Riesling.
È stata Kettmeir, all’inizio degli anni Sessanta, la prima in Alto Adige a riprendere la tradizione di produrre vini spumanti da uve Pinot Bianco con Metodo Charmat lungo (almeno 9 mesi in autoclave), per passare al Metodo Classico con vitigni che parlavano di territorio e di forte identità con la viticoltura altoatesina: Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Nero. La tradizione continua e quest’anno, a Vinitaly, è stata presentata “1919”, la Riserva Extra Brut Alto Adige Doc. Tutti i vini Kettmeir si degustano nella Stube dell’azienda, sotto la guida attenta dei kellermeister che raccontano dove e come nasce ogni vino griffato Kettmeir: i turisti per vino possono scegliere tra cinque itinerari che prevedono la visita all’antica cantina, all’area di élevage degli spumanti, alla barriccaia e che si concludono con la degustazione di una selezione delle etichette più rappresentative della Casa. Se alla fine resta qualche curiosità sul mondo del vino ecco, in centro a Caldaro, il Museo (www.museo-del-vino.it) che racconta due millenni di storia enologica altoatesina con documenti e torchi, attrezzi del mestiere e una sezione esterna con vere viti allevate secondo i vari sistemi in uso.