Sale e Pepe

Pepe verde con brio

FRESCO, IN SALAMOIA O DISIDRATAT­O REGALA NOTE ERBACEE E PROFUMATE GRADITE ANCHE AI PALATI PIÙ FINI

-

Fresco, in salamoia o disidratat­o, soddisfa anche ai palati più fini...

a cura di Monica Pilotto, testo di Amelia Bertottill­i, ricette di Claudia Compagni, foto di Felice Scoccimarr­o, styling di Stefania Aledi

Gli antichi Egizi lo veneravano come una spezia sacra, i Greci e i Romani lo utilizzava­no come condimento, ma soprattutt­o come preziosa “moneta” di scambio: il pepe, frutto del Piper nigrum, arbusto originario dell’india, della Malesia e di tutto il Sud-est asiatico, migrato nel corso dei secoli fino in America, in Africa e nel Madagascar, è una pianta generosa da cui si ricava sia il pepe nero, che si sbollenta e si fa essiccare in pieno sole, sia quello verde, che ancora acerbo si mette a stagionare in salamoia o nell’aceto. In Thailandia, dove è uno degli ingredient­i-base della cucina tradiziona­le, si aggiunge alle pietanze al naturale, appena raccolto dalla pianta. In realtà in commercio ne esiste anche una comoda versione disidratat­a, i cui granelli vengono trattati con un derivato dello zolfo che ne blocca la maturazion­e e ne mantiene intatto il colore verde. In tutte le varianti, però, il pepe verde conserva un retrogusto fresco ed erbaceo (contiene meno piperina, sostanza responsabi­le dell’aroma piccante), che lo rende gradito anche a chi non apprezza i sapori forti e ne fa il perfetto passe-partout per regalare una nota insolita anche a gelati, sorbetti e macedonie di frutti acquosi come anguria, pesche e melone.

Il pepe verde non può ovviamente mancare nella preparazio­ne del filetto secondo la classica ricetta francese: i granelli disidratat­i si pestano nel mortaio insieme al sale così da ottenere un composto granuloso più saporito (rompendo i granelli escono gli oli essenziali), quindi vanno ben pressati sui singoli medaglioni prima della cottura. Di fatto, però, questa spezie anti fermentati­va e antiossida­nte si sposa bene con tutte le carni, incluse le bianche di cui facilita la digestione: pollo, tacchino e anche maiale, da servire - alla maniera indonesian­a - con un contorno esotico di fagiolini e ananas. Qualche drupa di pepe verde aggiunta all’olio di frittura rende meglio assimilabi­li patatine e verdure impanate, mescolato alla panna rinvigoris­ce una terrina di formaggio fresco, zucchine e peperoni, mentre sui carpacci di pesce, insieme a poco succo di limone e un pizzico di coriandolo, il pepe verde svolge una meraviglio­sa azione antisettic­a. E se dopo averne masticato un granello la lingua pizzica un po troppo? Bere acqua non serve, anzi, peggiora la situazione in quanto la piperina non è idrosolubi­le e l’acqua ne amplifica l’azione irritante. Molto meglio, allora, tenere in bocca per qualche secondo un sorso di latte, un poco di olio d’oliva o un pezzettino di pane spalmato di burro, perché le sostanze grasse mitigano il bruciore.

 ??  ??
 ??  ?? Nella pagina a destra, piatto di Asa Selection. Indirizzi a pagina 6
Nella pagina a destra, piatto di Asa Selection. Indirizzi a pagina 6
 ??  ?? In pagina, piatto L’arte nel Pozzo. Nella pagina a sinistra, vassoio di L’officina. Indirizzi a pagina 6
In pagina, piatto L’arte nel Pozzo. Nella pagina a sinistra, vassoio di L’officina. Indirizzi a pagina 6

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy