Sale e Pepe

Fagiolo di Sorana

COLTIVATO IN POCHI ETTARI IN TOSCANA, È MOLTO APPREZZATO PER LA BUCCIA SOTTILISSI­MA E DIGERIBILE E IL GUSTO ELEGANTE E DELICATO

- di Marina Cella, foto di Maurizio Lodi, ricetta di Livia Sala, styling di Laura Cereda, scelta del vino di Sandro Sangiorgi. Si ringrazia l’associazio­ne Il Ghiareto per la fornitura dei fagioli

Conoscere e gustare le eccellenze Fagiolo di Sorana

Raro e prezioso come un gioiello, il fagiolo di Sorana cresce lungo le rive del torrente Pescia, in Valleriana, un verdeggian­te angolo di Toscana in provincia di Pistoia. Le piante, di tipo rampicante e altissime (oltre i 5 metri), sono allineate sui “ghiareti”, i terreni ricchi di sabbia e ghiaia: pochi ettari coltivati con cura estrema e passione, favoriti da un clima umido con poco sole che rende così speciale il legume pesciatino. Apprezzati­ssimo dai gourmet di ieri e di oggi per la buccia liscia e molto sottile e il gusto elegante ma persistent­e. E pensare che alla fine degli Anni ’80 aveva rischiato di scomparire, con lo spopolamen­to della zona. Oggi, grazie all’associazio­ne dei Piccoli Produttori “ll Ghiareto” onlus che da anni si impegna per valorizzar­lo e tutelarlo, il fagiolo di Sorana ha ottenuto il marchio Igp e ha ripreso il suo posto d’onore nella gastronomi­a della valle. Sono due le qualità del legume autentico, che viene venduto essiccato, in confezioni con il logo e il marchio europeo. Il piattellin­o, piccolo e schiacciat­o, di colore bianco latte e gusto delicato, con leggero retrogusto di castagna; l’antico rosso, più grosso e cilindrico, color ruggine, di sapore più rustico e deciso. A distinguer­li dagli altri fagioli è la buccia sottile e setosa, così tenera da risultare quasi impercetti­bile al palato, adatta anche a chi ha problemi nel digerire i legumi. “Il fagiolo di Sorana non è un contorno e si degusta al meglio da solo” dice Doriana Carreri, dell’associazio­ne Il Ghiareto. “La cottura tradiziona­le è “al fiasco”, che un tempo veniva messo sotto la brace, ma si possono anche bollire con acqua minerale naturale (la stessa dell’ammollo), salvia, aglio, olio d’oliva e niente sale; prima di scolarli meglio farli riposare qualche ora, si assestano e rimangono integri. Si gustano con olio d’oliva, poco sale e pepe; oppure si abbinano al meglio con il pesce, come la bottarga di tonno tagliata sottile, i gamberi, il polpo, il baccalà alla brace”. La varietà rossa invece è più adatta per piatti rustici, per esempio i tradiziona­li fagioli all’uccelletto serviti con le salsicce, le minestre di farro e orzo e le zuppe.

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