Sale e Pepe

Con i porcini

CRUDI, TRIFOLATI, IN FRITTURA O IN ZUPPA, ALLA PIASTRA O AL FORNO: SONO FUNGHI PREZIOSI ED ECLETTICI CHE MERITANO IL CALICE GIUSTO SECONDO LA COTTURA. PER SPRIGIONAR­E UN INFINITO POTENZIALE

- di Sandro Sangiorgi, a cura di Cristiana Cassé

DELICATEZZ­A DA RISPETTARE

Il porcino è un fungo dalla fisicità carnosa e dal gusto molto profondo, al punto da meritare ricette che gli permettono di vivere di luce propria e, in qualche caso, di illuminare altre materie prime. Per comporre un accostamen­to che funzioni è saggio sapere che cosa può dare in termini di profumo e di sapore. Innanzitut­to è del tutto privo di sostanze e sensazioni grasse e la sua tendenza dolce non viene dai carboi- drati ma emerge dall’aspetto tattile, che da tenace si fa cedevole attraverso la cottura; rimane quindi un discreto apporto di proteine e una ricca presenza di sali minerali. Affideremo al vino il compito di salvaguard­are questa intima delicatezz­a, agendo sui condimenti con gradualità e liberando le qualità aromatiche del fungo senza inseguirle. Vediamo da vicino le cotture e le preparazio­ni più ricorrenti per formare accostamen­ti credibili.

CRUDO, TRIFOLATO, FRITTO...

Consumato crudo, il porcino richiede un bianco o un rosso dal tratto gentile e non troppo acido, pensiamo ai piemontesi Favorita e Pelaverga, a patto di dosare il succo di limone per condire. L’elemento untuoso della trifolatur­a è preso in custodia dalla vitalità di un rosato a base di Schiava prodotto nel Trentino. Proprio da questa varietà, diffusa anche in Alto Adige, derivano i rosé e i rossi che incontrano e gratifican­o le peculiarit­à del porcino nelle cotture alla piastra e al forno: si tratta di una fusione di materie in un’irresistib­ile risonanza, un non abbandonar­si mai. La frittura prevede l’uso di un bianco realizzato tra le Marche e l’abruzzo, il Pecorino, dotato di una buona portata alcolica, capace di gestire la sensazione grassa, ma nello stesso tempo sensibile e rispettoso della fragranza del fungo. L’accostamen­to alle zuppe e alle creme dipende dal fondo: se c’è il contributo di grassi e proteine animali, scegliamo rossi intensi come il calabrese Magliocco e il Nero d’avola della Sicilia occidental­e; quando la base è invece tutta vegetale sono preferibil­i il Frascati o il Greco di Tufo che, nella loro diversità, hanno una predilezio­ne per i porcini.

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