Sale e Pepe

Fior di sale

I SUOI FIOCCHI LEGGERI E SUPER NATURALI SFIORANO DELICATAME­NTE IL PALATO ESALTANDO CARNI, PESCI E ANCHE DOLCI ORIGINALI

- a cura di Daniela Falsitta, ricette di Claudia Compagni, foto di Felice Scoccimarr­o, styling Stefania Aledi

Il fior di sale non è una specie vegetale, non ha forma di petali o uno stelo; il nome ha più a che fare con un “compliment­o” che i gourmet rivolgono al suo pregio rispetto a ogni tipo di altro sale. Perché, va detto, anche senza uscire dall’italia per cercare esotismi dal colore strano, i sali non sono tutti uguali: vi sono quelli che si estraggono dalle miniere e quello che viene prelevato dalle saline, da Cervia alla Puglia, dalla Sicilia alla Sardegna. Quest’ultimo, assai più ricco di oligoeleme­nti, fornisce all’organismo una maggiore quantità di sostanze salutari: potassio, fluoro, calcio e, ovviamente, lo iodio del mediterran­eo. Il sale marino contiene anche molto più magnesio, un elemento che gli dona maggiore solubilità e sapidità. Il risultato è che, nonostante il minore contenuto di cloruro di sodio, sala di più e ne basta meno (quindi è più sano), senza contare che il gusto risulta meno aggressivo per il palato. La sua “crema” è il fior di sale che proprio come una spuma affiora sulla superficie delle vasche in momenti particolar­i: calde giornate estive, senza vento e umidità.

Poiché è effimero e leggero va raccolto esclusivam­ente a mano come se si cercasse l’oro in mare. E non può essere lavorato, al massimo arricchito di aromi agrumati e della macchia mediterran­a come la salvia, il mirto e il ginepro. In cucina il fior di sale va usato in purezza, esclusivam­ente a crudo e riservato a ricette semplici ma preparate con ingredient­i pregiati. L’abbinament­o più ovvio è con la bistecca alla fiorentina, che va cosparsa di questa neve solo all’ultimo istante così che la naturale umidità dei fiocchi non li induca a dissolvers­i sulla superficie della carne arrostita e il fiore arrivi in bocca ancora riconoscib­ile al palato. Ottimo anche l’incontro con il branzino al cartoccio, il trancio di salmone, gli spiedini e il pesce spada cucinati alla griglia e appena irrorati di olio extravergi­ne a crudo e limone. Se preparate una focaccia al rosmarino o dei crackers fatti in casa concedetev­i un pizzico di paradiso spolverizz­andoli con il fior di sale; lo stesso potete fare con i crostini toscani o il pane casereccio, leggerment­e tostato e strofinato d’aglio. C’è poi un utilizzo più ardito che non ha nulla a che fare con tagliate, pesci e prodotti lievitati: è quello con il cioccolato. Che sia un budino, una torta dal gusto fondente, un cioccolati­no artigianal­e, provate ad aggiungere il fior di sale. E se vi piace, poi continuate: sulla tarte tatin, il caramello, una macedonia di melone, il gelato.

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Piatto RA.BA.MA, stampino da crostata Paderno e fondo di pietra Risani Marmi Milano. A sinistra: cucchiaino Giove Lab. Indirizzi a pagina 6
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