Sale e Pepe

Cugine per sempre

NEL “CUCININO” DI NADIA, 5 MAGNIFICI GIORNI TRA FIGLI E PARENTI, RICETTE DI FAMIGLIA E TANTI ESPERIMENT­I: ECCO LA MIA FESTA

- ritratto di Michele Tabozzi, foto delle ricette di Francesca Moscheni, in cucina Antonella Pavanello

Da diversi anni per Natale chiudo casa e vado via. Non mi aspettano mete esotiche, città estere e neppure baite in alta montagna; mi attende invece la bella casa di campagna di mia cugina, a due passi da Acqui Terme, immersa nel silenzio e nel verde di una morbida collina. Qui, neanche a farlo apposta, diventa quasi vero un sogno o una promessa di quelle che si fanno da bambini: vivere per sempre insieme, noi due e le nostre famiglie, tutti quanti in un’unica grande casa. Pensiero sussurrato ogni volta che, dopo aver giocato per diversi giorni, campo base l’appartamen­to della nonna, ognuna di noi doveva tornare a casa propria. Già perché Nadia e io siamo coetanee, abbiamo vissuto insieme infanzia e adolescenz­a, poi la vita ha avuto per ciascuna il suo percorso e 150 km di distanza, lei a Genova e io a Milano: vite diverse, ma un solido legame e due figli a testa di uguale età e addirittur­a, per due di loro, anche stesso mese di nascita, con un solo giorno di differenza. Quindi, Natale si fa alla Miulot. Dove una stanza in particolar­e diventa il fulcro dei giorni di festa: è il cucinino, che si chiama così anche se piccolo non è per niente. Qui vengono stipate le “derrate alimentari” che mi piace chiamare con un termine un po’ da sussistenz­a, perché serviranno per sfamare, per cinque giorni, nove persone a colazione, pranzo, cena e anche merenda. È nel cucinino che prendono vita i piatti decisi per tempo, le dosi riviste a tavolino con cura scientific­a, le lunghe preparazio­ni per il pranzo di Natale o quelle, più sbrigative, antecedent­i le feste. E mentre nel contiguo salone i ragazzi si occupano delle decorazion­i, c’è sempre qualcuno che fa capolino e chiede: “cosa si mangia di buono oggi ?”, “non c’è niente da assaggiare?, “ma lo strudel quando lo fate?”, e anche “ah no, io non avrei fatto così”, “ma domani mattina per colazione cosa ci sarà?”. In questa mescolanza di persone e cani che entrano ed escono per “rubare” qualche stuzzichin­o, per portare legna per il camino o solo per curiosare, arriva Natale e coglie me e Nadia perennemen­te impreparat­e all’eleganza della festa, con il grembiule indosso e la comanda in mano, ma stanche e felici. Che cosa succederà quest’anno nel cucinino? In realtà non lo sappiamo ancora. Io per ora mi sono portata avanti con un’idea di antipasto che vi prego di assaggiare. Ditemi se sono sulla strada giusta.

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