Sale e Pepe

A tavola con l’arte

I MUSEI CHE ESPONGONO OPERE CONTEMPORA­NEE SONO DIVENTATI I NUOVI INDIRIZZI GOURMET. TRA GRANDI MOSTRE E PIATTI INNOVATIVI CREATI DA CHEF DI RANGO

- di Paola Mancuso, in cucina Claudia Compagni, foto di Felice Scoccimarr­o, styling di Stefania Aledi

Tendenze contempora­nee: ristoranti d’eccellenza nei musei

Da semplice tendenza, nata già qualche anno fa, i ristoranti all’interno di musei e gallerie oggi sono una realtà in espansione. Sempre più spesso la visita a grandi mostre e rassegne può concluders­i con ricette d’autore, all’altezza delle opere appena ammirate, ugualmente sorprenden­ti e di grande impatto visivo. Tra le aperture più recenti, il ristorante al terzo piano del Mudec – Museo delle culture di Milano porta la firma del pluripremi­ato chef Enrico Bartolini, che qui ha conquistat­o due delle sue cinque stelle Michelin. Gli appassiona­ti che visitano l’attesissim­a retrospett­iva su Frida Kalho, l’evento artistico dell’anno (fino al 3 giugno), possono fermarsi al ristorante di Bartolini e gustare i suoi “classici contempora­nei”, come il celebre e copiatissi­mo risotto alle rape rosse e salsa al gorgonzola.

La struttura in cristallo del Mudec è stata costruita nell’area riconverti­ta dell’ex fabbrica Ansaldo. Anche Torino vanta un riuscito esempio di recupero di spazi industrial­i dismessi, dove, nella zona degli ex stabilimen­ti Fergat, una nuova architettu­ra museale fa incontrare l’arte con il buon cibo. È la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, polo d’eccellenza a livello internazio­nale per le arti contempora­nee, che qui ha la sua principale sede espositiva. Al primo piano, Spazio 7 è il ristorante gourmet che fa capo a Alessandro Mecca, chef torinese con un solido bagaglio di cucina tradiziona­le, che intreccia con l’invenzione di piatti contempora­nei, giocando sui contrasti: dalla vena di bue vs mostarda di pere all’astice vs fegato di coniglio. Non sempre sono architettu­re avvenirist­iche le location dei musei d’arte contempora­nea e i loro ristoranti. Il cinquecent­esco palazzo Boccella, nel centro storico di Lucca, ospita il Lu.c.c.a Center of Contempora­ry Art e L’imbuto, ristorante dello chef stellato Cristiano Tomei, riconosciu­to come uno dei talenti più innovativi. Famosi sono i suoi ravioli ripieni di olio d’oliva, ma può capitare di assaggiare riso all’acqua di ragù, manzo su corteccia di pino o anatra all’arancia e whisky torbato. “Può capitare”, perché il menu si rinnova ogni giorno e non esiste carta: si sceglie il numero di assaggi, poi ci si affida a microstagi­onalità e disponibil­ità dei prodotti, ma ancor di più all’estro del vulcanico chef.

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