A tavola con l’arte
I MUSEI CHE ESPONGONO OPERE CONTEMPORANEE SONO DIVENTATI I NUOVI INDIRIZZI GOURMET. TRA GRANDI MOSTRE E PIATTI INNOVATIVI CREATI DA CHEF DI RANGO
Tendenze contemporanee: ristoranti d’eccellenza nei musei
Da semplice tendenza, nata già qualche anno fa, i ristoranti all’interno di musei e gallerie oggi sono una realtà in espansione. Sempre più spesso la visita a grandi mostre e rassegne può concludersi con ricette d’autore, all’altezza delle opere appena ammirate, ugualmente sorprendenti e di grande impatto visivo. Tra le aperture più recenti, il ristorante al terzo piano del Mudec – Museo delle culture di Milano porta la firma del pluripremiato chef Enrico Bartolini, che qui ha conquistato due delle sue cinque stelle Michelin. Gli appassionati che visitano l’attesissima retrospettiva su Frida Kalho, l’evento artistico dell’anno (fino al 3 giugno), possono fermarsi al ristorante di Bartolini e gustare i suoi “classici contemporanei”, come il celebre e copiatissimo risotto alle rape rosse e salsa al gorgonzola.
La struttura in cristallo del Mudec è stata costruita nell’area riconvertita dell’ex fabbrica Ansaldo. Anche Torino vanta un riuscito esempio di recupero di spazi industriali dismessi, dove, nella zona degli ex stabilimenti Fergat, una nuova architettura museale fa incontrare l’arte con il buon cibo. È la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, polo d’eccellenza a livello internazionale per le arti contemporanee, che qui ha la sua principale sede espositiva. Al primo piano, Spazio 7 è il ristorante gourmet che fa capo a Alessandro Mecca, chef torinese con un solido bagaglio di cucina tradizionale, che intreccia con l’invenzione di piatti contemporanei, giocando sui contrasti: dalla vena di bue vs mostarda di pere all’astice vs fegato di coniglio. Non sempre sono architetture avveniristiche le location dei musei d’arte contemporanea e i loro ristoranti. Il cinquecentesco palazzo Boccella, nel centro storico di Lucca, ospita il Lu.c.c.a Center of Contemporary Art e L’imbuto, ristorante dello chef stellato Cristiano Tomei, riconosciuto come uno dei talenti più innovativi. Famosi sono i suoi ravioli ripieni di olio d’oliva, ma può capitare di assaggiare riso all’acqua di ragù, manzo su corteccia di pino o anatra all’arancia e whisky torbato. “Può capitare”, perché il menu si rinnova ogni giorno e non esiste carta: si sceglie il numero di assaggi, poi ci si affida a microstagionalità e disponibilità dei prodotti, ma ancor di più all’estro del vulcanico chef.