Pollo arrosto
CINQUE NUOVE INTERPRETAZIONI DI GUSTO PER IL GRANDE PROTAGONISTA DEI PRANZI DELLA DOMENICA
Cinque nuove interpretazioni per il grande protagonista dei pranzi domenicali in famiglia
Nei ricordi d’infanzia di intere generazioni è indelebile il profumo stuzzicante che di domenica aleggiava per casa già di mattina, annunciando che nel forno sonnecchiava il più classico degli arrosti: il pollo. Dorato e succoso, da sempre è il piatto per eccellenza dei giorni di festa, tanto semplice quanto eclettico, capace di rinnovarsi con le spezie e gli aromi più diversi. Il primo segreto per la riuscita di questo evergreen è la scelta del pollo: non quello da allevamento intensivo, pallido e poco saporito, ma quello ruspante, magari bio, con carni più sode, di gusto intenso, con il grasso sotto la pelle e non nelle fibre, caratteristica che le aiuterà a mantenersi morbide. Una volta eviscerato, il suo peso è di circa 1,7 chili, il giusto per 4 persone. Dopo la necessaria passata sulla fiamma, la preparazione di rito prosegue con un accurato massaggio: burro morbido od olio, da soli o mixati ad aromi, che lo renderanno di un attraente colore dorato e croccante in superficie. La cavità interna, invece, accoglie di volta in volta alloro, aglio, zenzero o erbe che sprigioneranno i loro profumi durante la cottura, la fase clou: l’umile volatile viene accolto dal calore del forno (200°), adagiato su una griglia all’interno di una teglia. Questo per non lasciarlo a contatto con i propri succhi, che gli farebbero perdere la consistenza tipica dell’arrosto, ma invece da raccogliere per bagnarlo di tanto in tanto - per evitare che si asciughi troppo - oppure preparare una glassa di finitura o, ancora, insaporire le classiche patate novelle di accompagnamento. P. M.