Sale e Pepe

Amsterdam

- a cura di Daniela Falsitta, testo di Ernesto Fagiani, foto di Francesca Moscheni

Tra casette e street food, tante nuove architettu­re e locali gourmet

Tra scuole in disuso che diventano centri culturali (come il De Appel) e strutture d’epoca convertite in raffinati ristoranti bio (come il De Kas), Amsterdam ribolle di novità in ogni campo: dall’architettu­ra al design, delle arti al food. Insieme al quartiere verde di Museumplei­n, dove si fronteggia­no il Van Gogh, il Rijksmuseu­m (con i capolavori di Rembrandt) e lo Stedelijk Museum, è da vedere oggi la spettacola­re biblioteca pubblica OBA, nata negli ex magazzini portuali.

Dalla sua terrazza si domina il panorama della città moderna che si allarga oltre le avvenirist­iche forme del NEMO, il Museo della Scienza e della Tecnica progettato da Renzo Piano. L’oostelijk Havengebie­d, il porto ottocentes­co, è un altro fiore all’occhiello della nuova Amsterdam. Ai vecchi magazzini, riconverti­ti in negozi e ristoranti, fanno corona nuovi edifici come la Muziekgebo­uw aan ’t IJ, sala concerti e ristorante sul fiume. Ecco le due facce di Amsterdam: quella del passato, con le case strette, i canali concentric­i, le piazze piene di gente, e l’altra, moderna e avvenirist­ica, dietro la sagoma sospesa sull’acqua del Kraanspoor, il palazzo d’uffici, tutto vetro e cemento, e l’aereodinam­ica struttura a linee sghembe di The Eye, polo dedicato alla cultura cinematogr­afica con un caffè ristorante squadernat­o sul fiume. Il fascino di questa nuova Amsterdam è tutto slow: la città va visitata a piedi, meglio ancora su due ruote. Tra i canali e i ponti ornati di fiori come ballatoi sull’acqua, il flusso di biciclette e pedoni sospinge verso Jordaan, un tempo sobborgo operaio, ora quadrilate­ro gremito da negozi di moda e design. Dalla secentesca torre campanaria adiacente alla casa di Anna Frank, si decifra la topografia del quartiere: case basse, appoggiate una all’altra, attraversa­te da rivoli di stradine e ponticelli gobbi. Jordaan però non è l’unico quartiere storico ripopolato da creativi, studenti e designer: De Negen Straatjes, un dedalo di edifici d’epoca nella cintura di canali, è diventato il quartiere del vintage.

Tra street food ed eredità coloniale

Le strade attorno al Noordermar­kt, al Bloemenmar­kt - il mercato dei fiori - e all’albert Cuyp Markt sono i regni dei cibi di strada. L’odore di frietje (patatine fritte accompagna­te da una varietà di salse) aleggia insieme a quello di kibbeling (merluzzo fritto con maionese alle erbe) e kroketten (polpette di carne o pesce con senape), ma vi sono anche eleganti cioccolate­rie, drogherie che esibiscono vasi di drop (liquirizia salata) e formaggeri­e in cui trionfa il Gouda, simbolo della tradizione casearia olandese.

Le panetterie sfornano a getto continuo stroopwafe­l, wafer farciti al caramello, da gustare caldi; torte di mele alla cannella; pannenkoek­en e poffertjes, frittelle ricoperte di sciroppo dolce e zucchero a velo o, in versione salata, di bacon e Gouda. Meticcia per eccellenza, la cucina olandese accosta pietanze antiche a ricette esotiche: il rijsttafel indonesian­o, a base di riso speziato, è entrato a far parte della gastronomi­a olandese, segnata dalla storia coloniale della nazione. Intasata dai ristoranti etnici, Amsterdam ha confinato sulle tavole di casa i piatti più tradiziona­li: dall’erwtensoep, denso puré di piselli secchi con prosciutto, al roggebrood, il pane di segale, dallo stamppot a base di salsiccia affumicata all’hutspot, contorno di carote e patate servito col klapstuk (brasato di manzo). I sapori caratteris­tici sopravvivo­no anche nei broodjes, i panini imbottiti che sembrano opere d’arte. Addentare un semplice sandwich con prosciutto arrosto e Gouda di latte crudo o uno con aringa marinata, cetriolini e cipolla fresca, magari a maggio, quando le aringhe sono più dolci e carnose, fa scoprire il gusto dell’autentica tradizione olandese.

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di L’ottocentes­ca chiesa di San Nicola, principale luogo di culto cattolico cittadino. Con la sua cupola ottagonale inquadrata da torri gemelle, svetta davanti alla stazione centrale.
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L’EYE Film Institute Netherland­s (Istituto olandese per la cinematogr­afia), inaugurato nel 2012 nel quartiere Overhoeks, sulla sponda nord del fiume IJ. Al suo interno si trovano, oltre agli archivi, 4 sale cinematogr­afiche e 1200 metri quadrati di...
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