I consigli del sommelier Picnic in allegria
FRESCHI, EFFERVESCENTI, DAL GUSTO ROTONDO COME CERTI PROSECCHI. OPPURE BIANCHI LEGGIADRI, ROSATI E ROSSI LEGGERI PER ACCOMPAGNARE VERE LECCORNIE DA SERVIRE FREDDE
PERFETTE LE BOLLICINE
L’introduzione dei frigo portatili ha tolto al picnic una delle sue principali caratteristiche, la possibilità di rinfrescare le bottiglie nell’acqua di un ruscello. Un aspetto è quindi evidente: i vini adatti ad accompagnare una scampagnata devono poter essere bevuti freschi, così da associarsi alle condizioni ambientali offerte da questa gioiosa occasione e al conseguente condiviso desiderio di leggerezza. In generale i cibi di un picnic sono accomunati dalla possibilità di essere serviti freddi, hanno per natura una struttura non troppo complessa e, per quanto possano contenere grassi animali e vegetali, gli altri ingredienti hanno il potere di equilibrare il sapore. È frequente tornare a riprendere un piatto già assaggiato. Al vino dunque il compito di non abbandonare mai il suo ruolo di servitore della tavola, al bisogno anche deciso, ma sempre duttile. Nelle bevande del picnic ricorrono con frequenza le effervescenze, di ogni tipo, e il vino non fa eccezione, soprattutto quando l’intonazione gustativa è rotonda, come nel Prosecco di Valdobbiadene e di Conegliano in versione Extra Dry, nelle Malvasie emiliane e in tutti quei fermentati naturali in bottiglia ottenuti da vitigni dall’acidità moderata.
BIANCHI, ROSATI E ROSSI LEGGERI
Nel caso si preferisca evitare le bollicine, invero un po’ prevedibili, ottime opportunità vengono da bianchi, rosati e rossi leggeri di cui l’italia è autorevole rappresentante a livello mondiale. Pensiamo alle provincie di Bolzano e Trento, con la Schiava e il Lagrein chiaro, i monferrini Grignolino e Brachetto, quest’ultimo nella storica versione secca, al Rossese prodotto a Dolceacqua, proprio tra il mare e la terra, ai bianchi dei Castelli Romani, dotati di quella sana rusticità che sfida le ricette vegetariane tipiche della primavera. Le numerose aree vulcaniche campane, si pensi alla differenza tra la Terra di Lavoro - da Caserta alla provincia di Latina - e il nucleo vesuviano, offrono esempi di bianchi, rosati e rossi a base di Falanghina e Piedirosso, uniti da una sapida e pungente leggiadria, compagna ideale di piatti a base di solanacee commestibili come pomodori, melanzane, patate e peperoni.