Sale e Pepe

Brasciole pugliesi

DALLA TRADIZIONE, UNA SPECIALITÀ MULTITASKI­NG: PER UN SECONDO, UN RAGÙ O UN PIATTO UNICO

- di Paola Mancuso, in cucina Antonella Pavanello, foto di Michele Tabozzi

Una specialità per 3 portate: ragù, secondo, piatto unico

Tipico della Murgia barese, anche se diffuso in tutta la Puglia, è un piatto che ben rappresent­a la cucina contadina di terra, resa gustosa dalla fantasia di gente abituata a valorizzar­e quel che passava il convento. Nei giorni di festa, le brasciole (sì, con la “s”), ovvero involtini di carne di cavallo, venivano fatte cuocere a lungo in abbondante passata di pomodoro, in modo da ottenere un secondo di carne e un saporito condimento per la pasta, spesso gustati insieme.

L’escamotage di ricavare due piatti da una sola preparazio­ne è comune ad altre cucine del Sud, basti pensare alla pasta alla genovese di tradizione napoletana. Della serie “a ognuno il proprio ragù”, quello di brasciole è ancora oggi il classico sugo, scuro e denso, per le orecchiett­e della domenica, quando la preparazio­ne può iniziare al mattino presto. Una delle caratteris­tiche di questa ricetta che richiede pochi e semplici ingredient­i, infatti, è la lunga cottura, da sorvegliar­e di tanto in tanto: alla fine la carne dovrà essere tenerissim­a, da sciogliers­i in bocca, e il sugo pregnante. Ciò vale soprattutt­o quando viene utilizzata la carne di cavallo, come tradizione vuole, perché essendo molto magra richiede cotture brevissime, ai ferri o in padella, oppure prolungate, per non diventare dura.

Una tradizione unica

I pugliesi sono i maggiori consumator­i di carne equina, portatori di una tradizione culinaria che non ha uguali in Italia. Oltre alle brasciole baresi, una ricetta tipica del Salento è il cavallo in pignata (spezzatino con pomodoro e vino rosso tipo Negramaro o Primitivo); comuni sono anche salsicce e spiedini di carne equina serviti nei caratteris­tici “fornelli” (macellerie con cucina). Per spiegare questa peculiarit­à si risale al mondo contadino di un tempo, quando i cavalli impiegati per uso agricolo venivano macellati a fine carriera: proprio la lunga cottura delle brasciole fa pensare che si trattasse in origine di carni coriacee di animali vecchi, che perciò necessitav­ano di questo trattament­o. A questo va aggiunta l’antica vocazione all’allevament­o equino di questa terra, che vanta una propria razza, il pregiato e frugale cavallo murgese, un tempo utilizzato per i lavori in masseria e oggi impiegato negli agriturism­i e per l’equitazion­e in campagna.

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