I borghi dei pittori
ALLA SCOPERTA DI CAPOLAVORI ARTISTICI TRA BOSCHI, MARE E CITTÀ DEL TARTUFO
Fuori dai circuiti museali nelle grandi città, sono innumerevoli le mete che valgono il viaggio per gli appassionati d’arte contemporanea. Che si tratti di cittadine di per sé già ricche di testimonianze artistiche o di borghi rurali, sono comunque luoghi la cui identità è legata a giganti della pittura che qui sono nati, oppure vi hanno trovato ispirazione, e che vi hanno lasciato importanti testimonianze del loro lavoro. Come Arcumeggia, frazioncina di Casalzuigno, nell’entroterra orientale del lago Maggiore, nota per essere il primo “paese dipinto” d’italia. Alla fine degli anni ‘50, per contrastarne lo spopolamento migratorio e rilanciarla come polo artistico e turistico, i maggiori Maestri italiani del Novecento vennero chiamati per affrescare le case del paese. Remo Brindisi, Aligi Sassu, Giuseppe Migneco e altri autori realizzarono nel tempo una galleria a cielo aperto. Si cammina tra vicoli acciottolati per ammirare gli affreschi, per poi immersi nella natura dei boschi della Valcuvia, adatta a escursioni a piedi o in mountain bike.
I boschi dell’alta Valle del Tevere, nella verde Umbria, vengono invece percorsi dai cercatori di tartufi. Non è solo per il pregiato tubero che è famosa Città di Castello, centro principale della valle, ma anche per essere la città natale di Alberto Burri (1915- 95), protagonista nel panorama europeo dell’informale. Nella sua città istituì una fondazione cedendo 32 opere, primo nucleo di una collezione che ha continuato ad espandersi con successive donazioni. Oggi a palazzo Albizzini sono esposti 130 lavori, agli ex Seccatoi del tabacco – magnifico esempio di recupero di archeologia industriale – altrettanti, tra cicli pittorici e sculture monumentali. A questi, l’anno passato si è aggiunta tutta l’opera grafica del Maestro, mentre nel marzo scorso è stata inaugurata la sezione multimediale. Un altro protagonista del Novecento, Renato Guttuso (1911-87), fu sempre ispirato dai colori e dalle atmosfere della sua Sicilia e lasciò in donazione alcune opere alla sua città natale, Bagheria. Antica meta estiva dell’aristocrazia palermitana, la cittadina, sul mare e a una manciata di chilometri dal capoluogo, conserva una miriade di ville settecentesche, di grande armonia e bellezza. Una di queste, villa Cattolica, custodisce al primo piano una raccolta di tele dell’artista, tra cui Nella stanza le donne vanno e vengono sua ultima, incompiuta opera, insieme a sculture, dipinti e disegni di altri artisti, provenienti dalla sua collezione privata.