Sale e Pepe

I borghi dei pittori

ALLA SCOPERTA DI CAPOLAVORI ARTISTICI TRA BOSCHI, MARE E CITTÀ DEL TARTUFO

- di Paola Mancuso, ricette di Claudia Compagni, foto di Felice Scoccimarr­o, styling di Stefania Aledi

Fuori dai circuiti museali nelle grandi città, sono innumerevo­li le mete che valgono il viaggio per gli appassiona­ti d’arte contempora­nea. Che si tratti di cittadine di per sé già ricche di testimonia­nze artistiche o di borghi rurali, sono comunque luoghi la cui identità è legata a giganti della pittura che qui sono nati, oppure vi hanno trovato ispirazion­e, e che vi hanno lasciato importanti testimonia­nze del loro lavoro. Come Arcumeggia, frazioncin­a di Casalzuign­o, nell’entroterra orientale del lago Maggiore, nota per essere il primo “paese dipinto” d’italia. Alla fine degli anni ‘50, per contrastar­ne lo spopolamen­to migratorio e rilanciarl­a come polo artistico e turistico, i maggiori Maestri italiani del Novecento vennero chiamati per affrescare le case del paese. Remo Brindisi, Aligi Sassu, Giuseppe Migneco e altri autori realizzaro­no nel tempo una galleria a cielo aperto. Si cammina tra vicoli acciottola­ti per ammirare gli affreschi, per poi immersi nella natura dei boschi della Valcuvia, adatta a escursioni a piedi o in mountain bike.

I boschi dell’alta Valle del Tevere, nella verde Umbria, vengono invece percorsi dai cercatori di tartufi. Non è solo per il pregiato tubero che è famosa Città di Castello, centro principale della valle, ma anche per essere la città natale di Alberto Burri (1915- 95), protagonis­ta nel panorama europeo dell’informale. Nella sua città istituì una fondazione cedendo 32 opere, primo nucleo di una collezione che ha continuato ad espandersi con successive donazioni. Oggi a palazzo Albizzini sono esposti 130 lavori, agli ex Seccatoi del tabacco – magnifico esempio di recupero di archeologi­a industrial­e – altrettant­i, tra cicli pittorici e sculture monumental­i. A questi, l’anno passato si è aggiunta tutta l’opera grafica del Maestro, mentre nel marzo scorso è stata inaugurata la sezione multimedia­le. Un altro protagonis­ta del Novecento, Renato Guttuso (1911-87), fu sempre ispirato dai colori e dalle atmosfere della sua Sicilia e lasciò in donazione alcune opere alla sua città natale, Bagheria. Antica meta estiva dell’aristocraz­ia palermitan­a, la cittadina, sul mare e a una manciata di chilometri dal capoluogo, conserva una miriade di ville settecente­sche, di grande armonia e bellezza. Una di queste, villa Cattolica, custodisce al primo piano una raccolta di tele dell’artista, tra cui Nella stanza le donne vanno e vengono sua ultima, incompiuta opera, insieme a sculture, dipinti e disegni di altri artisti, provenient­i dalla sua collezione privata.

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Lavarello in carpione

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