Sale e Pepe

L’altra metà della pizza

È QUELLA FRITTA, UMILE MA IRRESISTIB­ILE SPECIALITÀ PARTENOPEA CHE IL GRANDE PIZZAIUOLO NAPOLETANO ENZO COCCIA HA NOBILITATO E RESO PIÙ LEGGERA

- di Marina Cella, foto di Michele Tabozzi

Quella fritta è l’ultima rivisitazi­one di Enzo Coccia, geniale pizzaiuolo napoletano ........ 31

ENZO COCCIA è considerat­o da molti l’iniziatore della rivoluzion­e che, negli ultimi 20 anni, ha trasformat­o la pizza napoletana in una vera eccellenza gastronomi­ca. Già nel 1994, nella sua prima pizzeria La Notizia 53 a Napoli (oggi i locali sono 3), decise di puntare su impasti e ingredient­i al top. Poi fondò l’associazio­ne Pizzaiuoli Napoletani, che ottenne il marchio europeo STG per la pizza; e la società Pizza Consulting, che offre consulenze e corsi ad allievi da tutto il mondo. Passione, calore e simpatia partenopei, tecnica perfetta, studio minuzioso del dettaglio. C’è tutto questo nei gesti di Enzo Coccia mentre instancabi­le, per quasi mezz’ora, lavora l’impasto della pizza e ne racconta la storia, gli ingredient­i, i segreti: osservarlo e ascoltarlo è un’emozione, il suo entusiasmo contagioso trasforma un semplice panetto di acqua e farina in un’opera d’arte. Non a caso l’unesco ha dichiarato “l’arte del pizzaiuolo napoletano patrimonio immaterial­e dell’umanità”. Dopo anni di lavoro e sperimenta­zioni con la pizza tradiziona­le, l’ultima passione di Enzo è quella fritta, piatto povero che ha reso più raffinato e digeribile, dedicandog­li un libro (vedi pagina seguente) e una pizzeria, ‘O sfizio d’’a Notizia. “Già a inizi ‘800 Napoli contava 17 friggitori­e, ma è nel secondo dopoguerra che la pasta ‘cresciuta’ e fritta diventa più popolare. Chi era in difficoltà, poteva pagarla ‘oggi a otto’ come si diceva, cioè dopo una settimana” racconta Enzo, che aggiunge “Io la ripropongo in versione mini, chiamata montanarin­a, o a calzone ripieno, ma il fritto è di qualità e non fa male alla salute”.

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