Sale e Pepe

Paolo Donei

RAFFINATO CULTORE E CONOSCITOR­E DELL'AMBIENTE NATURALE, DISTILLA DAI BOSCHI INGREDIENT­I E FASCINO PER I SUOI PIATTI

- Di Daniela Falsitta, foto di Michele Tabozzi

Trova nei boschi ispirazion­e e materia prima per le sue creazioni

L ʼenfant prodige della ristorazio­ne se ne sta abbarbicat­o su una terrazza che sovrasta l'abitato di Moena, in Trentino. Proprio lassù l'hanno raggiunto i membri della guida Michelin che era ancora un teenager, facendone il più giovane tra gli chef stellati d'europa. Ai fornelli di Malga Panna, infatti, Paolo Donei ci sta dall'età di 15 anni, d'estate e d'inverno. "Però nei due mesi di chiusura, quando si era in vacanza, facevo esperienza in altri ristoranti", racconta. "Da questi stage tornavo pieno di idee, tecniche e ingredient­i che volevo portare nella cucina di famiglia. Ma in parte mi sbagliavo, perché così com'erano, questi elementi non c'entravano nulla con la mia montagna". La strada giusta Donei l'ha trovata invece sui sentieri dei boschi, raccoglien­do le stesse erbe che raccogliev­a il nonno, facendosi tramandare dai vecchi della valle e poi insegnare dai botanici come valorizzar­e il patrimonio naturale. "Non mi interessa la cucina a km zero", continua, "se ho voglia di cucinare pesce di mare perché non dovrei?". Il suo obiettivo, ci ha detto, è quello di trasferire, insieme al gusto, la conoscenza dell'ambiente che l'ha reso possibile. "Solo se c'è conoscenza della natura, nascono l'amore e il rispetto per essa", conclude. I primi a trarne profitto sono i giovani cuochi che lo aiutano in cucina: per mezz'ora, ogni mattina, escono a raccoglier­e i preziosi doni delle montagne. Ma soprattutt­o ne godono i clienti che, edotti e consigliat­i, possono gustare il Malga Ramen, preparato con baccalà, tagliatell­e di grano saraceno, porcini e un infuso di corteccia, cirmolo e licheni; il salmerino di fontana con pesto di sedano selvatico; i tortelli allo scalogno con robiola, bacche e fiori eduli e, per finire, l'insalata di lamponi, ananas arrosto e gelato ai fiori di sambuco. E la squisita panna che faceva la nonna con il latte dell'alpeggio (e che dà il nome alla Malga)? Sì, se la chiedete c'è anche quella.

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