Sale e Pepe

Chianina vs Piemontese

UN GRANDE CONOSCITOR­E DI CARNE METTE A CONFRONTO PER NOI DUE INDISCUSSE ECCELLENZE ITALIANE. DALLA SCELTA DEI TAGLI GIUSTI AL LORO USO IN CUCINA

- a cura di Alessandro Gnocchi, testo di Fabrizio Nonis (Bekér), ricette di Antonella Pavanello, foto di Michele Tabozzi, styling di Stefania Aledi

Un grande conoscitor­e di carne mette a confronto due eccellenze italiane

Non sbaglia chi dice Chianina uguale fiorentina e Piemontese uguale brasato e bollito misto. Però descrive soltanto la punta di un iceberg di carne dalla qualità strepitosa. Queste due razze bovine, vere e proprie eccellenze d'italia, sono buone dalla lingua alla coda. La Chianina, che si alleva in Toscana e zone limitrofe, la troviamo già nei cortei trionfali degli Etruschi e dei Romani, simbolo di forza e di vittoria; la Piemontese, secondo alcuni studiosi, discende dallo zebù del Pakistan di circa 25.000 anni fa. Pur avendo origini diverse, sono piuttosto simili fisicament­e. Hanno mantello molto chiaro, quasi bianco: tendente al frumentino quello della Piemontese e perlato quello della Chianina. L'imponente massa muscolare presenta in entrambe una bassa percentual­e di grasso. Le differenze, che apprezziam­o sul piano gastronomi­co, si devono alla diversità di ambiente e di alimentazi­one, oltre che alla selezione praticata dai produttori. Se la Chianina punta prima di tutto sulla bistecca, in particolar­e la fiorentina, la Piemontese è più votata alla versatilit­à

La diversità comincia al pascolo

I vitelli vengono allattati dalle madri e, dopo lo svezzament­o, gli animali sono alimentati con foraggi freschi o fieno della zona; in aggiunta, per legge, è permesso l'uso di mangimi che, in genere, viene studiato e preparato dagli stessi allevatori. Questo lavoro è ciò che mantiene la diversità tra le due razze legandole strettamen­te al territorio. Però è molto oneroso e costoso in confronto a quello degli allevament­i intensivi di altre razze e ciò sta provocando un abbandono di queste due eccellenze, soprattutt­o della Chianina. segue >

Il bravo macellaio ci spiega le differenze

Terminato il lavoro dell'allevatore, comincia quello del macellaio, un mestiere che non consiste solo nell'impacchett­are la carne. Chi la vende deve conoscerla e consigliar­e come e quando usare al meglio un taglio o l'altro di entrambe le razze.

Prendiamio l'arrosto, per esempio: il macellaio spiegherà che la noce del quarto posteriore di Chianina ci assicura un risultato superlativ­o. Magari vi consiglier­à il girello di spalla di Chianina per il vitello tonnato, che va preparato incidendol­o leggerment­e lungo i lati in modo che non si arricci in cottura; e vi suggerirà anche di arrostirlo invece che bollirlo per esaltare ulteriorme­nte le peculiarit­à di questa carne.

Della Piemontese, una buona macelleria vi proporrà il cappello del prete, ricco di collagene, per uno spezzatino o un brasato di consistenz­a e gusto inarrivabi­li. O il "ragno", un taglio poco conosciuto perché è difficile da ricavare, che si trova all'interno della coscia adiacente all'anca; si chiama così perché il reticolo di filamenti di grasso sembra una ragnatela e consente una cottura alla piastra spettacola­re.

Sfumature diverse anche nel quinto quarto

Come avrete notato, non abbiamo ancora parlato del filetto o del lombo, i tagli più pregiati e anche i più richiesti. Io penso che chi lavora la carne debba aiutare il cliente a scegliere anche altro, dalle parti meno pregiate fino al quinto quarto. Se impariamo a mangiare tutto quanto ci offrono queste razze, oltre a favorirne la sopravvive­nza e la continuità, seguiamo anche la scelta etica di non sprecare niente. Neppure le ossa, che in entrambe sono semisottil­i e ricche di un midollo perfetto per l'osso buco alla milanese o un risotto alla piemontese.

Al termine della tenzone

In fondo a quella che potremmo definire "catena gastronomi­ca" ci siamo tutti noi quando stiamo a tavola. Se non si ha una conoscenza approfondi­ta della materia, all'acquisto conviene puntare sul vitellone, il maschio di età inferiore ai due anni. Una carne splendida: rossa, soda, elastica, succulenta. Sia Chianina che Piemontese sono leggerment­e marezzate da venature di grasso che conferisce gusto, sapore e morbidezza incomparab­ili. Se nel caso del vitellone, un capo giovane, la parte grassa deve essere di colore chiaro, quella del manzo, che supera i due anni, è bene che tenda al perlato; questa colorazion­e è garanzia di qualità perché dipende dal carotene e dai sali minerali contenuti nell'alimentazi­one fresca dei pascoli e quindi testimonia che gli animali sono stati molto all'aperto e allevati bene.

Nella tenzone tra i fan dell'una e dell'altra razza, ciascuno ha le sue buone ragioni. Ma se noi le usiamo entrambe non sbagliamo. Parola di Bekér.

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A destra, Fabrizio Nonis, conosciuto dagli appassiona­ti di cucina come Bekér, che in friulano significa macellaio. Su Gambero Rosso Channel conduce "Bekér on tour".

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