Rossese di Dolceacqua
VINO LIGURE DALLE NOTE MARINE E DAI SENTORI DI BOSCO, BEN SI ACCOMPAGNA A PIATTI DI PESCE, DI VERDURE E DI CARNE, MEGLIO SE OVINA O CAPRINA
Un vino rosso ligure perfetto su piatti di carne e di pesce
Succo di Roccia è il significato del nome Rossese. Deriva da “rocese” e rimanda alle pietre dei muretti a secco, ai pendii scoscesi terrazzati e non al colore rosso del vino. È un vitigno autoctono, diffuso da sempre nella Riviera di Ponente. Nonostante l’eugenetica viticola in voga nell’ultimo ventennio, sono ancora presenti diversi ecotipi locali. Tale varietà rende complesse le pratiche sanitarie e di cura ‑ ogni pianta vuole le sue attenzioni specifiche ‑, ma nello stesso tempo genera nei vini mi‑ gliori un’avvincente espressività. Il colore del Rossese di Dolceacqua non è concentrato, la tonalità rubino è accompagnata da sfumature granata più evidenti con la maturità. Il suo profumo possiede una generosa am‑ piezza dalla quale cogliamo sentori di fragolina di bosco, di lampone, di rosa e le inconfondibili note marine; può capitare che si trovino lievi sentori animali e sfumature di spezie.è poco tannico, gentile e fervido. Lo svipup‑ po gustativo si distingue per la scia minerale, salina e concreta; il retrogusto amarognolo mette in risalto un ritorno di rabarbaro che tiene desta la bocca.
Il suo campo gastronomico preferito è ricco di vegetali, soprattutto se elaborati, così come di pesce dalla complessa ricchezza di sapore. Infine la carne ovina, caprina o di vitello dalla grassezza moderata. Il calore dell’alcol e il retrogusto amarognolo hanno il compito di governare i condimenti, a patto che non siano troppo intensi. segue >
La Valle Nervia e la Val Verbone, zone d’elezione dell’uva Rossese, sono due valli strette e allungate che si trovano nell’estremo ponente ligure. Si distendono parallele da sud a nord, vedono il mare e la montagna. I versanti sono ora coperti da una folta macchia mediterranea, ora stropicciati dai caratteristici terrazzamenti che, delimitati dai muretti a secco e da sempre coltivati a vite e a ulivo, testimoniano l’interazione plurisecolare tra il lavoro dell’uomo e la bellezza del paesaggio. Dolceacqua è il luogo simbolo di queste terre e si trova a sette km dal mare. Addentrarsi nei vicoli di questo paesino di duemila abitanti è come tuffarsi nel medioevo. Il castello Doria domina una cascata di case di pietra che scende fino alla riva del torrente. L’altro monumento è il possente, teso ed elegante Ponte Vecchio che scavalca la Nervia: fatto a “a schiena d’asino” è composto da un’unica campata, di lunghezza straordinaria per l’epoca di costruzione (XV secolo). Gli altri comuni della denominazione sono Apricale, Baiardo, Camporosso, Castelvittorio, Isolabona, Perinaldo, Pigna, Rocchetta Nervina, San Biagio della Cima e Soldano, oltre ad alcune frazioni di Vallecrosia e Ventimiglia. Alcuni di questi sono borghi di origine medievale ancora integri, luoghi tra i più suggestivi dell’intera Liguria e che, grazie alla loro posizione decentrata, si trovano fuori dalle rotte del turismo di massa.