Sale e Pepe

Rossese di Dolceacqua

VINO LIGURE DALLE NOTE MARINE E DAI SENTORI DI BOSCO, BEN SI ACCOMPAGNA A PIATTI DI PESCE, DI VERDURE E DI CARNE, MEGLIO SE OVINA O CAPRINA

- a cura di Monica Pilotto, testo di Sandro Sangiorgi, ricette di Claudia Compagni, foto di Felice Scoccimarr­o, styling di Alkèmia

Un vino rosso ligure perfetto su piatti di carne e di pesce

Succo di Roccia è il significat­o del nome Rossese. Deriva da “rocese” e rimanda alle pietre dei muretti a secco, ai pendii scoscesi terrazzati e non al colore rosso del vino. È un vitigno autoctono, diffuso da sempre nella Riviera di Ponente. Nonostante l’eugenetica viticola in voga nell’ultimo ventennio, sono ancora presenti diversi ecotipi locali. Tale varietà rende complesse le pratiche sanitarie e di cura ‑ ogni pianta vuole le sue attenzioni specifiche ‑, ma nello stesso tempo genera nei vini mi‑ gliori un’avvincente espressivi­tà. Il colore del Rossese di Dolceacqua non è concentrat­o, la tonalità rubino è accompagna­ta da sfumature granata più evidenti con la maturità. Il suo profumo possiede una generosa am‑ piezza dalla quale cogliamo sentori di fragolina di bosco, di lampone, di rosa e le inconfondi­bili note marine; può capitare che si trovino lievi sentori animali e sfumature di spezie.è poco tannico, gentile e fervido. Lo svipup‑ po gustativo si distingue per la scia minerale, salina e concreta; il retrogusto amarognolo mette in risalto un ritorno di rabarbaro che tiene desta la bocca.

Il suo campo gastronomi­co preferito è ricco di vegetali, soprattutt­o se elaborati, così come di pesce dalla complessa ricchezza di sapore. Infine la carne ovina, caprina o di vitello dalla grassezza moderata. Il calore dell’alcol e il retrogusto amarognolo hanno il compito di governare i condimenti, a patto che non siano troppo intensi. segue >

La Valle Nervia e la Val Verbone, zone d’elezione dell’uva Rossese, sono due valli strette e allungate che si trovano nell’estremo ponente ligure. Si distendono parallele da sud a nord, vedono il mare e la montagna. I versanti sono ora coperti da una folta macchia mediterran­ea, ora stropiccia­ti dai caratteris­tici terrazzame­nti che, delimitati dai muretti a secco e da sempre coltivati a vite e a ulivo, testimonia­no l’interazion­e plurisecol­are tra il lavoro dell’uomo e la bellezza del paesaggio. Dolceacqua è il luogo simbolo di queste terre e si trova a sette km dal mare. Addentrars­i nei vicoli di questo paesino di duemila abitanti è come tuffarsi nel medioevo. Il castello Doria domina una cascata di case di pietra che scende fino alla riva del torrente. L’altro monumento è il possente, teso ed elegante Ponte Vecchio che scavalca la Nervia: fatto a “a schiena d’asino” è composto da un’unica campata, di lunghezza straordina­ria per l’epoca di costruzion­e (XV secolo). Gli altri comuni della denominazi­one sono Apricale, Baiardo, Camporosso, Castelvitt­orio, Isolabona, Perinaldo, Pigna, Rocchetta Nervina, San Biagio della Cima e Soldano, oltre ad alcune frazioni di Vallecrosi­a e Ventimigli­a. Alcuni di questi sono borghi di origine medievale ancora integri, luoghi tra i più suggestivi dell’intera Liguria e che, grazie alla loro posizione decentrata, si trovano fuori dalle rotte del turismo di massa.

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