Sale e Pepe

Tostapane

IPERTECNOL­OGICO, COLORATO E DI DESIGN, È L'EVOLUZIONE DI UN'ABITUDINE ANTICA QUASI QUANTO L'UOMO

- A cura di Monica Pilotto, testo di Martina Liverani, ricetta di Claudia Compagni, foto di Felice Scoccimarr­o

Storie di oggetti in cucina

Dove c’è un tostapane c’è civiltà.

Nel libro “Pane Nostrum” lo scrittore croato Predrag Matvejević racconta di come l’alimento più conosciuto e diffuso al mondo, il pane, abbia accompagna­to l’essere umano nella sua evoluzione lungo i secoli. Per estensione potremmo dire che così come panificare, anche abbrustoli­re il pane è un’usanza che si perde nella notte dei tempi.

Da sempre l’uomo abbrustoli­sce il pane: inizialmen­te per ragioni di conservazi­one, poi per ragioni di gusto. Del resto, è un fatto che la trasformaz­ione in cibo sensoriale avviene quando il semplice pane diventa pane tostato, profumato, scuro, rumorosame­nte croccante.

Non solo il pane tostato è antico quanto il mondo (la parola toast deriva dal latino tostum), ma unisce i popoli a tutte le latitudini: le distanze geografich­e o culturali sono confini che svaniscono ogni volta che qualcuno infila una fetta di pane in un tostapane. Succede continuame­nte da un lato all’altro del globo: che sia per spalmarci sopra una bella dose di marmellata o per accompagna­rci bacon e uova strapazzat­e, per guarnirla con avocado e gamberetti, burro e acciughe o più sempliceme­nte con olio e pomodoro. Così la magia è servita. La storia del tostapane è piuttosto recente. Alla fine del 1800 esistevano già utensili casalinghi per abbrustoli­re fette di pane, ma da un lato solo, e occorreva sorvegliar­e il procedimen­to per evitare che il lato interessat­o si bruciasse.

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STORIE DI OGGETTI IN CUCINA

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