Tostapane
IPERTECNOLOGICO, COLORATO E DI DESIGN, È L'EVOLUZIONE DI UN'ABITUDINE ANTICA QUASI QUANTO L'UOMO
Storie di oggetti in cucina
Dove c’è un tostapane c’è civiltà.
Nel libro “Pane Nostrum” lo scrittore croato Predrag Matvejević racconta di come l’alimento più conosciuto e diffuso al mondo, il pane, abbia accompagnato l’essere umano nella sua evoluzione lungo i secoli. Per estensione potremmo dire che così come panificare, anche abbrustolire il pane è un’usanza che si perde nella notte dei tempi.
Da sempre l’uomo abbrustolisce il pane: inizialmente per ragioni di conservazione, poi per ragioni di gusto. Del resto, è un fatto che la trasformazione in cibo sensoriale avviene quando il semplice pane diventa pane tostato, profumato, scuro, rumorosamente croccante.
Non solo il pane tostato è antico quanto il mondo (la parola toast deriva dal latino tostum), ma unisce i popoli a tutte le latitudini: le distanze geografiche o culturali sono confini che svaniscono ogni volta che qualcuno infila una fetta di pane in un tostapane. Succede continuamente da un lato all’altro del globo: che sia per spalmarci sopra una bella dose di marmellata o per accompagnarci bacon e uova strapazzate, per guarnirla con avocado e gamberetti, burro e acciughe o più semplicemente con olio e pomodoro. Così la magia è servita. La storia del tostapane è piuttosto recente. Alla fine del 1800 esistevano già utensili casalinghi per abbrustolire fette di pane, ma da un lato solo, e occorreva sorvegliare il procedimento per evitare che il lato interessato si bruciasse.