Franciacorta
CUVÉE SPECIALI, MILLESIMATI E RISERVE SONO GRANDI VINI CHE, IN VIRTÙ DELLA LORO GENEROSITÀ ALCOLICA, SONO CAPACI DI ESALTARE I LATI PIÙ SEDUCENTI DEI PIATTI. TUTTI PRESENTANO DELICATI COLORI DORATI O ROSÉ E PERLAGE FINI E PERSISTENTI
Cuvée, millesimati e riserve: grandi vini che esaltano la seduzione del menu
La Franciacorta è un’area viticola che si estende appena sopra la Pianura Padana, tra la provincia di Brescia e quella di Bergamo. Si tratta di un anfiteatro di origine morenica formatosi al tempo delle glaciazioni che, grazie al particolare alveo climatico del Lago d’iseo e alla protezione delle Alpi, conta su temperature miti, al punto che vi si può coltivare anche l’ulivo. Il nome Franciacorta riporta alla sua storia legata alle Corti Franche e a quando, dopo l’arrivo dei monaci cluniacensi, il territorio godette di libero scambio nel commercio (curtes francae). Il toponimo “Franzacurta” comparve per la prima volta negli annali del Comune di Brescia dell’anno 1277, per identificare l’area compresa tra i fiumi Oglio e Mella, a sud del lago d’iseo.
I suoi confini coincidono con quelli dell’organizzazione del contado in età viscontea, ripresa e poi confermata dalla Serenissima nel XV secolo. Attualmente la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (DOCG) comprende i territori di 19 comuni dove sono contenuti i 2.902 ettari di vigneto, alcuni più pregiati di altri.
Vanno preferiti i terreni di collina, rispetto ai vigneti di pianura: in altitudine, oltre i 200 metri, si hanno meno malattie, si produce di meno e il lavoro costa di più, ma le soddisfazioni sono infinite. La maturazione degli acini è progressiva e se ne giovano i profumi e la lunghezza del sapore. Tra le posizioni migliori contiamo Monticelli Brusati, Erbusco, Adro e le vicinanze del Monte Orfano. segue >
Il vitigno principale è lo Chardonnay, coltivato nell’81% del territorio; segue con il 15% il Pinot Noir, al quale viene riservata una vinificazione in bianco o in rosé, e un 3% di Pinot Bianco. La zona si è ispirata alla Champagne: per il metodo classico “champenois” comune a entrambe e per le dizioni Champagne e Franciacorta che contengono e significano i concetti di luogo e metodo. Infatti, per le bollicine nazionali presto è stato tolto il termine “spumante” dall’etichetta, indicando solo Franciacorta, il nome del territorio che rappresenta la zona e il metodo della rifermentazione in bottiglia, seguita dall’affinamento sui lieviti per almeno 25 mesi prima della vendita. Il Franciacorta prevede alcune specifiche tipologie: la Brut, da servire a 8-10°, in virtù della moderata presenza di zuccheri rimanda a un’autorevolezza degna di un rosso serio, senza per questo rinunciare a sensazioni leggiadre e vitali. Per questo motivo è adatta a un menu articolato e complesso. Alla temperatura di 7-9° esaltiamo la vitalità dell’extra-brut e della Dosaggio Zero, nelle quali gli zuccheri sono (quasi) assenti, versioni adatte per accompagnare stuzzichini intensi e frutti di mare polposi e grassi. La versione Satèn, dotata di un perlage più delicato, apprezzabile a 9-11° e dedicata a chi ha qualche remora verso i vini spumanti, ha la disinvoltura giusta per cavarsela sulla prima parte di un pasto: entrées vegetali calde, piccole fritture, primi piatti con sughi bianchi (vino e olio extravergine) a base di crostacei morbidi. segue >
Quando il Franciacorta è ottenuto da una selezione di uve, da un vigneto specifico o da un’annata particolarmente riuscita, assume ricchezza alcolica e spessore gustativo, da qualificare a 10-12°, merita formaggi stagionati, carni cucinate attraverso cotture lunghe e tortellini in brodo. Ottima per la tavola è la versione Rosé, duttile, abbastanza morbida ma non stucchevole, godibile anch’essa a 10-12°; i suoi campi sono la cucina mediterranea, i formaggi morbidi, i primi piatti a base di carne e i dessert non troppo dolci.
In etichetta si possono trovare i seguenti termini:
Blanc de Blancs: indica un Franciacorta prodotto esclusivamente con uve bianche, Chardonnay e/o Pinot bianco. Il Franciacorta Satèn è sempre solo un Blanc de Blancs.
Cuvée: è il risultato dell’assemblaggio di vini tranquilli provenienti da vitigni, vigneti e annate diverse. Alcune cantine hanno dedicato la cuvée di maggior prestigio al loro fondatore o a un personaggio dell’azienda o della famiglia.
Sboccatura: sull’etichetta di solito appare la data di sboccatura, indicazione che aiuta a capire da quanto tempo è in commercio la bottiglia.
Millesimato: prodotto da stagioni molto favorevoli, riflette lo stile della casa ed esprime il profilo dell’annata.