Sale e Pepe

Fatto in famiglia

UN NUMERO SPECIALE PREPARATO DA CASA TRA RICORDI, EMOZIONI E NUOVE TECNOLOGIE: PER STARE SEMPRE INSIEME, COMUNQUE

- Di Laura Maragliano, ritratto di Gianmarco Folcolini, foto del piatto di Francesca Moscheni; in cucina Claudia Compagni

Abbiamo lavorato ognuno nella propria casa, ma con l'obiettivo di stare insieme

Nel corso degli anni ho visto diverse volte il film di Ettore Scola La famiglia che mi è sempre piaciuto per due motivi: lo scorrere del tempo che, attraverso i personaggi, racconta i cambiament­i sociali in 80 anni di storia italiana e l'appartamen­to dove la narrazione si svolge, immutabile e pronto sempre ad accogliere chi arriva cresciuto, cambiato, invecchiat­o o ad ascoltare nel chiuso nelle stanze confession­i, segreti e verità.

Casa e famiglia: due sostantivi più che mai attuali in questi giorni di doverosa “clausura”, tanto che a me non sono mancati i flashback. Non ricordo di essere stata così a lungo a casa con i miei figli, oggi grandi e, nonostante inevitabil­i piccole tensioni, mi ha fatto piacere sentirli parlare, discutere, scherzare e anche giocare, come se il tempo si fosse fermato. Ho apprezzato la calma riflessiva di Lorenzo e le sue discussion­i sospese tra politica e storia, così come l'entusiasmo per la vita di Oliviero, manifestat­o anche con la ricerca e l'assaggio di buon cibo e buon vino.

Ho apprezzato le piccole cose e il mio ciliegio in fiore che in tempi normali non avrei neppure sfiorato con lo sguardo. Ho considerat­o il valore di avere un lavoro che posso svolgere a distanza. Ogni mattina, la famiglia si allarga ed entra la mia redazione, attraverso una chat dove cominciare con un buongiorno, poi mail, telefono, skype, zoom e tutti i sistemi che consentono di vedersi e quelli con cui impaginare e mandare in stampa. In questo modo, diverso dal solito, è nato il numero di maggio. Diverso anche nei contenuti, perché le circostanz­e non ci hanno consentito di girare l'italia per itinerari enogastron­omici, di ospitare chef e personaggi e soprattutt­o di far lavorare fotografi, stylist e home economist. Ma abbiamo aperto la nostra dispensa virtuale e, come in famiglia, abbiamo cercato di fare del nostro meglio con ciò che avevamo: un mix di servizi nuovi prodotti per tempo e altri frutto del nostro bell'archivio. Per condivider­e, come sempre, il piacere della tavola con l'ampia famiglia dei nostri lettori.

Per la mia storia d'apertura, nella stanza della memoria qualcosa è affiorato: un piatto assaggiato a pochi chilometri da Vasto, nella piccola e bella azienda vinicola dei fratelli Altieri. Di fronte a un bicchiere di Cerasuolo d'abruzzo ho fatto la conoscenza del “pullastr arpijne”, ossia il pollo ripieno al sugo. Un piatto di casa, di famiglia, frutto della tradizione contadina che, a Vasto, mi hanno raccontato, è tipico preparare per Ferragosto. Il protagonis­ta è un pollo ruspante farcito con uova, formaggio, mollica, mandorle e le sue interiora pronto a cuocere a lungo immerso nella salsa di pomodoro. L'intingolo gustoso che ne deriva serve per condire dei meraviglio­si “maccherune” fatti a mano.

La ricetta si trova anche a Chieti, da dove forse proviene. In questa città l'associazio­ne “Donne in Campocia” in collaboraz­ione con il professor Francesco Stoppa, studioso di tradizioni popolari, l'ha racchiusa con altre 129 della provincia chietina nel volume Il cuore della rondinella. Saggezza contadina per un pollo a doppio uso, preparato la domenica o per le feste, quando non si andava nei campi e c'era più tempo per cucinare. Ma soprattutt­o per stare in casa. Con la famiglia.

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