Sale e Pepe

Scaccia ragusana

DA ANTICO CIBO TRADIZIONA­LE A MODERNO STREET FOOD, È UNA SPECIALITÀ TIPICA DI QUESTO ANGOLO DI SICILIA

- Di Paola Mancuso, in cucina Livia Sala, foto di Laura Spinelli, scelta del vino di Sandro Sangiorgi

Da antica ricetta a moderno street food per irresistib­ili merende salate

Che la Sicilia sia uno dei nostri giacimenti golosi dove abbondano i cibi di strada si può affermare senza tentenname­nti. Non c'è angolo dell'isola senza forni, gastronomi­e, semplici chioschett­i che offrono saporitiss­ime specialità tradiziona­li: dall'arancino/a – che con specifiche desinenze e varianti si trova in tutta la regione – a una miriade di prelibatez­ze da forno assimilabi­li a pizze e focacce: dallo sfincione palermitan­o alla cartocciat­a catanese, al pitone messinese.

Anche Ragusa ha una proprio prodotto tipico, simile a nessun altro: la scaccia, diffusa in tutta la zona dei monti Iblei. È un involucro di pasta stesa sottile, ripiegata più volte e condita man mano che si compongono gli strati. I forni la preparano perlopiù in formato "maxi", da tagliare poi in grossi tranci, ma può essere anche monoporzio­ne e a forma di mezzaluna, chiusa a pizzicotti con il "rieficu", il tipico cordoncino.

Farciture in infinite varianti

La cucina popolare di un tempo era maestra nel combinare pochi, genuini prodotti, di facile reperibili­tà e la scaccia ragusana non fa eccezione. Come nella maggioranz­a dei rustici il suo condimento è semplice. La ricetta riconosciu­ta come più classica prevede salsa di pomodoro, olio extravergi­ne e caciocaval­lo ragusano, oggi formaggio Dop. Dall'insolita forma a parallelep­ipedo – che pare fatta apposta per tagliarlo a fettine regolari – questa eccellenza del territorio diventa più piccantina dopo i primi mesi di stagionatu­ra. È certamente il suo sapore a dare lo “zing”, come direbbe una nota critica gastronomi­ca, alla scaccia ragusana, morso dopo morso. Esistono poi mille altri ripieni di tradizione perché, per la praticità di trasporto e consumo, un tempo la scaccia era il pasto che ci si portava appresso quando si andava a lavorare nei campi; si farciva quindi con gli ortaggi dell'orto, soprattutt­o melanzane fritte e ripassate con pomodoro, oppure fave e ricotta, o ancora broccoli, secondo la stagione.

Proprio il tipo di farcitura è da sempre un argomento controvers­o tra Ragusa e la vicina Modica, dove la farcia viene fatta anche con prezzemolo e acciughe, e ciascuna città rivendica natali e ricetta originale della scaccia.

Probabilme­nte, più che questa diatriba, sono le infinite varianti tramandate in ciascuna famiglia da madre in figlia che non hanno ancora permesso la definizion­e di un disciplina­re che consenta di registrare la scaccia ragusana con la denominazi­one – comunale o comunitari­a – che meriterebb­e un prodotto tipico e antico quanto il pane stesso, non ancora pienamente valorizzat­o e conosciuto al di fuori della Sicilia.

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