Sale e Pepe

come dice chef Guoqing

“Se nella cucina italiana a ogni preparazio­ne corrispond­e una pentola, in quella cinese del wok, con alcuni accorgimen­ti, si può cuocere di tutto”

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Il tradiziona­le è in ghisa, ormai sostituita da materiali più maneggevol­i e con una buona conduzione di calore, come l’acciaio al carbonio. Quella di riuscire a trattenere il calore a lungo è proprio la caratteris­tica distintiva di questa pentola, che in tal modo riduce i tempi di cottura e necessita di meno olio e quindi garantisce una cucina con minor uso di grassi.

Poliedrico, non solo per cucinare cibo orientale ma per preparare qualsiasi tipo di cucina, nel wok si possono fare fritture, cotture al vapore, affumicare, stufare, rosolare o preparare brasati e spezzatini. Basta dotarlo degli accessori necessari come la grata e il ramaiolo traforato per frittura, il cestello per cottura a vapore e il coperchio per affumicatu­ra o per tenere in caldo gli ingredient­i già cotti prima. Nel wok gli ingredient­i in cottura “saltano” di continuo dal centro ai bordi, in modo che si cuociano uniformeme­nte, restando croccanti fuori e più morbidi all’interno.

I cinesi parlano di wok-hei, che significa “respiro di un wok”, ed è quel sapore tipico che un wok imprime al cibo che vi viene cucinato. Però raggiunger­e il wok-hei è difficile: solo uno chef molto abile è capace di ottenere questo sapore, domando le temperatur­e, con la velocità dei gesti e il controllo di ogni singolo ingredient­e, oltre al perfetto bilanciame­nto tra quantità e calore degli alimenti e dell’olio.

Tra le mura domestiche è fondamenta­le seguire un consiglio prezioso: usate poco olio (con un punto di fumo alto), spostate continuame­nte verso il centro gli ingredient­i da cuocere e sui bordi quelli che sono già cotti. Erbe, spezie e aromi vanno aggiunti solo alla fine.

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