Tortionata
LA FRIABILE TORTA TIPICA DEL LODIGIANO TRADIZIONALMENTE SI GUSTA CON UN GOLOSO “DIP” DI CREMA AL MASCARPONE
Si tratta di una torta rustica, friabile e burrosa, molto simile alla più diffusa sbrisolona mantovana, con la quale condivide l'abbondanza di mandorle rigorosamente non pelate, ma dalla quale la tortionata si differenzia soprattutto perché non contiene farina di mais.
Anche la specialità lodigiana non presenta la minima traccia di lievitazione (al massimo, in alcune ricette si trova un pizzico di bicarbonato). Di conseguenza risulta bassa e asciutta e solitamente viene servita a pezzettoni irregolari invece che a fette. In quanto al suo curioso nome, pare che faccia riferimento al “tortijon”, ovvero il fil di ferro attorcigliato, che un tempo veniva utilizzato per tagliare, o forse decorare, la torta.
Etimologia a parte, la ricetta è stata codificata e depositata legalmente con questo nome nel 1855 dal pasticciere Alessandro Tacchinardi, proprietario del più antico laboratorio dolciario di Lodi. Nel corso del tempo divenne talmente identitaria della cittadina da venire inserita nella mitica “Garzantina” dei prodotti tipici d’italia con l’indicazione di “specialità esclusiva”.
Tuttavia, c’è chi sostiene che la torta deve essere ben più antica, perché presenta tutte le caratteristiche dei dolci medievali: non solo senza lievito, ma anche con un uso molto parsimonioso delle uova, all’epoca preziose (e probabilmente sostituite dal miele, che faceva da legante e allo stesso tempo addolciva l’impasto), mentre era spesso presente la frutta secca per arricchirli.
Per bilanciare la sua consistenza compatta, tradizionalmente la tortionata viene servita come dessert e accompagnata dalla “pucia dulsa”, soffice e golosa crema a base di mascarpone, latticino tipico del Lodigiano e di tutta la pianura Padana, ricavato dalla lavorazione della panna del latte. Essendo di base una frolla, il dolce è ideale anche da inzuppo, da gustare con con latte o tè.