Pan tramvai
IL TRADIZIONALE PANE DOLCE FARCITO È TALMENTE RICCO DI UVETTA DA NON AVERE BISOGNO DI ZUCCHERO
Correva l’anno 1876 quando un tramvai trainato da cavalli iniziò a collegare Milano a Monza. Un’opera all’epoca straordinaria, la prima linea interurbana in Italia. Per percorrere quei pochi chilometri di distanza, fermandosi in ogni paesino, occorrevano ore.
Non stupisce che conducenti, studenti e lavoratori pendolari, un po’ come succede anche oggi quando manca la carrozza ristorante, provvedessero a procurarsi in anticipo uno spuntino da sbocconcellare, goloso ed energetico nonostante l'assenza di zucchero.
Spesso alle fermate del tram, insieme al biglietto veniva venduto un pane farcito con uvetta, una consuetudine che prese piede e continuò anche quando la linea, agli inizi del Novecento, divenne elettrica e diventò relativamente più veloce. Il tram, infatti, doveva rispettare il limite di 15 km all’ora per non disturbare gli animali che si trovavano lungo i binari che attraversavano la campagna.
Diffuso fino agli anni Sessanta, e arrivato anche nella vicina Svizzera italiana per via degli intensi contatti con il Ticino, il “pan cont l’uga” (pane con l’uva) in seguito ha attraversato un lungo periodo di assenza dagli scaffali dei fornai, per poi essere recuperato e rilanciato. È stato presentato all’expo 2015 come prodotto tipico della Brianza e di Monza, con tanto di disciplinare che prevede abbondante uvetta (almeno il 40% del peso totale) e non meno del 40% in peso di materia grassa sull’impasto.
Come tutti i pani morbidi che si rispettino, prevede più lievitazioni successive. Si può mangiare tal quale o spalmato con un velo di burro (un po’ come gli scones inglesi), ma per i palati più audaci il suo sapore, in equilibrio tra dolce e salato, è adatto anche a essere accostato a prosciutto crudo o salame, gustato come merenda.