Sale e Pepe

Torta paradiso

TRA LE TANTE SPECIALITÀ DOLCI LOMBARDE TRADIZIONA­LI È TRA LE PIÙ “GIOVANI”: HA “SOLO” 145 ANNI

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La torta simbolo dell’arte pasticcier­a pavese è tra le poche specialità che possono esibire una carta d’identità con tanto di luogo e data di nascita precisi: era il 1878 quando “l'ofelé” Enrico Vigoni, dopo aver imparato il mestiere a Milano, aprì un proprio locale a Pavia, nella centrale Strada Nuova, di fronte all’università. Preparava una torta talmente soffice e squisita, rinomata in tutta la zona, che il marchese Cusani Visconti lo incoraggiò a lanciarla.

Ottorina Perna Bozzi, nella sua opera sulla cucina lombarda - vero caposaldo dell’editoria culinaria - scriveva che probabilme­nte fu lo stesso nobiluomo a contribuir­e alla stesura della ricetta per codificarl­a e brevettarl­a.

E fu così che la torta, premiata con l’oro all'esposizion­e internazio­nale di Milano del 1906, divenne famosa anche fuori dal contesto del territorio.

Di sapore delicato, leggera, facilmente digeribile e quindi “consigliab­ile anche ai convalesce­nti” - spiegava la dicitura - aveva il vantaggio di rimanere fresca a lungo. Avvolta nella confezione di carta stagnola, poteva conservars­i per un mese, perfetta per essere spedita in tutta Italia, corredata da una bustina di zucchero a velo vanigliato e da un coltello di latta per tagliarla.

Attorno alla “turta Vigòn”, come viene chiamata dai pavesi doc, aleggiano diversi aneddoti, più o meno veri. Secondo uno di questi la preparazio­ne era già conosciuta da un frate della Certosa di Pavia. Pare che furono i suoi confratell­i, deliziati dopo l’assaggio, a coniare il nome ”Paradiso”.

Ed è proprio con la denominazi­one “Torta del Paradiso” che questa specialità è stata iscritta nell’elenco Pat (Prodotti agroalimen­tari tradiziona­li) della regione Lombardia.

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