FORMAGGI, DOLCETTI E TESORI LODIGIANI
IL TERRITORIO ATTORNO AL CAPOLUOGO CONSERVA LA TRADIZIONE CASEARIA E UNA FORTE VOCAZIONE PER LA PASTICCERIA
Per orientarsi a Lodi non serve una mappa o un navigatore satellitare. La pianta della città fondata da Federico Barbarossa nel 1158 è abbastanza semplice e si possono seguire le indicazioni degli abitanti. Sul tipico selciato ricciato di Piazza della Vittoria, perfettamente quadrata, si specchia la facciata medievale a capanna della basilica cattedrale.
Non può essere che questo l’inizio di ogni viaggio in terra lodigiana. La prima colazione è sotto i portici di Palazzo Vistarini con le torte del Caffè che porta lo stesso nome.
Tappa imprescindibile è il Tempio Civico, sorto su un edificio sulla cui facciata era affrescata l’immagine della Vergine che assisteva a risse, duelli e litigi. Nel 1487 la Madonna lacrimante invitava i presenti a edificare un tempio a lei dedicato e fu chiamato a curare il progetto Giovanni Battaggio, allievo di Bramante. All’interno sono custoditi splendidi affreschi di Giovanni e Matteo Della Chiesa.
Tra una visita e l’altra si fa scorta di pasta fresca al Raviolo d’oro: tutti i tipi di ripieno, da quello di carne a quello con verdure di stagione. A proposito di ravioli, all’osteria del Rugantino, sulle sponde dell’adda, si servono quelli di zucca. Chi ossequia la tradizione ordina, invece, un risotto alla zafferano con ossobuco cremato.
Fuori città le distese agricole e la foresta di pianura che insegue le rive del fiume sono l’ambiente ideale per chi pratica la bicicletta.
Servono invece 20 minuti d’auto per raggiungere il paradiso per chi vivrebbe solo di formaggi. A Caselle Lurani il Caseificio Carena lavora in maniera tradizionale stracchini, pannerone (l’unico formaggio italiano che non prevede l’utilizzo di sale), burro e mascarpone. “In questa fetta di Lombardia burro e mascarpone non possono mancare neppure nell’alta pasticceria. Come nei nostri biscotti Strac, che hanno un’alta percentuale di burro di centrifuga oltre a mandorle e nocciole, o nel panettone ai frutti di bosco,
mantecato al mascarpone” afferma Domenico Ciprian dell’arte Dolciaria di Castiraga Vidardo. In stagione i più fortunati possono provare il suo delizioso castagnaccio.
A Sant’angelo Lodigiano non si può perdere la visita al Castello Bolognini e ai tre musei che ospita: uno spaccato di vita locale con le 24 sale ricche di arredi che vanno dal Settecento al Novecento del Museo Morando Bolognini, alle lavorazioni in ferro battuto e al Museo del pane. La pausa ai tavolini della Pasticceria Cerri è l’occasione per provare gli amaretti Nosotti, di sole armelline e albume montato, accompagnati da un sorso di vino passito. Gli amanti della natura possono fare tappa a Massalengo dove, intorno a Villa Premoli, è nato di recente il primo Parco Botanico del Lodigiano con l’obiettivo di tutelare la natura e il patrimonio architettonico di abitazioni signorili e cascine in cattivo stato di conservazione. Si trova poco distante la Villa Litta Carini, residenza d’epoca di metà Seicento realizzata dall’architetto Giovanni Ruggeri che ha avuto Re Umberto I e Giacomo Puccini tra i suoi frequentatori. La visita va prenotata con anticipo.
Una delle tradizioni gastronomiche lodigiane rivive al Caseificio Zucchelli dove si prepara la raspadüra, ovvero sfoglie di formaggio grana giovane che si sciolgono in bocca e filano sui primi piatti dell’osteria del Vicolo di Casalpusterlengo. Dopo una visita a Villa Biancardi d'epoca Liberty, vale la pena concludere in dolcezza con una merenda alla pasticceria Zanoni con la türta de Casal, simpatica pasta frolla con all’interno pere macerate (o pesche, in stagione) e amaretti.