CHIAVENNA FASCINO ALPINO
PISTE DA SCI, BUON CIBO E ATTRAZIONI NATURALI: LA SUA VALLATA È UNA META PERFETTA PER CHI AMA IL TURISMO SLOW
A pochi minuti dalla Skiarea Valchiavenna di Madesimo e a meno di 150 chilometri da Milano, Chiavenna ha trasformato i crotti, le grotte in cui si affinavano i formaggi e si manteneva il vino, in incantevoli locali che propongono alcuni prodotti del firmamento gastronomico lombardo.
Per provarli ci si può fermare al Crotto Giovanantoni, riconosciuto come locale storico di Regione Lombardia. Qui si inizia con la brisaola prima di passare alle costine di maiale alla piòta, la pietra ollare utilizzata per la cottura. “Per quanto riguarda la brisaola, la differenza rispetto alla bresaola non sta nella vocale, ma è di sostanza” spiega la giovane Camilla Del Curto, nella macelleria di famiglia. Sono fette vaporose, come scrisse Giovanni Bertacchi, il poeta chiavennasco vissuto tra Otto e Novecento, soffici, delicate e morbide. “La brisaola è una specialità locale che viene prodotta con i tagli carne di bovino nazionale e affumicata brevemente” racconta prima di imbracciare un’altra golosità locale, il violino di capra, salume che si impugna come lo strumento e si affetta utilizzando un affilato coltello a mo’ di archetto .
Qui, alla confluenza dei fiumi Mera e Liro, passeggiando tra cortili, androni e giardini, è naturale far posare lo sguardo sulle facciate dei palazzi decorate con affreschi religiosi. Sotto gli occhi di San Giovanni Nepomuceno, protettore dei ponti, si attraversa il viadotto accanto all’elegante piazza Rodolfo Pestalozzi. Il miglior caffè della cittadina si sorseggia al Caffè Sierra Nevada, con una minuscola torrefazione nel locale che “è nato per educare alla cultura del caffè e a mettere in contatto i consumatori con le comunità che ne coltivano le bacche: si tratta di cooperative in cui lavorano donne in Colombia e in Sidamo (Etiopia)”, affermano i proprietari Yhin Cubides e Chiara Parolini.
Quanto la combinazione di cultura, natura e buon cibo sia centrale per attrarre un turismo lento e consapevole bisogna trovare il tempo per visitare il Parco Botanico Archeologico del Paradiso, percorrendo le mulattiere e i sentieri utilizzati dai cavatori di pietra ollare, grigia e malleabile, utilizzata per la realizzazione di pentole (lavecc) e contenitori per conservare alimenti (füragn).
L’appuntamento con l’arte è nel battistero della collegiata di San Lorenzo con il fonte battesimale scolpito in pietra ollare che riporta la data del 1156 e nel vicino museo dove il pezzo forte è la coperta in lamine d’oro, perle e smalti di un evangelario dell’xi secolo.
Per conoscere tutto sull’arte di lavorare la pietra ollare, si raggiunge l’atelier museo di Roberto Lucchinetti a Prosto di Piuro, silenzioso villaggio di case in pietra dove il profumo di burro e zucchero invade la piazza e le stradine. La dolce scia porta al “mulino del 1658 diventato laboratorio di pasticceria” fa sapere la proprietaria Simonetta Del Curto mentre a mano impasta i biscutìn de Prost, rotondi frollini di farina e burro, da provare senza freno. Un altro gioiello, in questo caso architettonico, va scoperto a Piuro: il rinascimentale palazzo Vertemate Franchi. Tra le stanze di rappresentanza e di riposo, chi ama la storia recente può farsi guidare alla sala dedicata a Giosuè Carducci, fervente estimatore della brisaola, come attestano alcune sue lettere. La villa era in grado di autosostenersi grazie agli orti, ai castagneti e alle vigne che la circondano. Da questo clos la cantina Mamete Prevostini raccoglie i grappoli di Riesling e Gewürtztraminer, li fa appassire nei propri fruttai fino a febbraio e ottiene Vertemate, un vino passito dal colore dorato e profumato di canditi che si abbina bene ai biscottini di Prosto.
A pochi chilometri, le cascate dell’acquafraggia sono un’attrazione naturale da ammirare dal basso, tra il fragore delle acque e al cospetto della natura intorno.