58 Nuove cure Con la luce pulsata l’occhio non è più secco
Ti bastano quattro sedute per tornare a produrre un film lacrimale che idrata e protegge alla perfezione
Forse conosci la luce pulsata usata per l’epilazione o il ringiovanimento del viso. Ma non sai che i suoi flash luminosi, più delicati di quelli emessi dal laser, vantano anche un’efficace azione terapeutica nella cura del cosiddetto “occhio secco”. Una disfunzione del film lacrimale che interessa quasi tutti coloro che lavorano al computer in open space chiusi, dotati di aria condizionata con scarsa umidità, e irraggiati dalla dannosa luce blu emessa dai dispositivi digitali. Ebbene, oggi è possibile eliminare o ridurre l’uso delle lacrime artificiali con quattro sedute di luce pulsata: le prime due distanziate di 15 giorni, la terza dopo un mese e la quarta dopo tre mesi (costano 150-200 € l’una). dove agisce «La luce pulsata stimola le ghiandole di Meibonio, piccoli organi nascosti nelle palpebre inferiori e superiori che svolgono una funzione importantissima: secernono la componente lipidica della lacrima, in modo da evitare l’evaporazione della parte acquosa», spiega il professor Luigi Marino, direttore del Centro Italiano Occhio Secco di Milano. «Se la frazione grassa scarseggia, il film lacrimale evapora velocemente e le congiun- tive si seccano procurando fastidiose sensazioni di prurito, bruciore, tensione o vero e proprio dolore di tipo trafittivo (come tanti “spilli”)». Durante la seduta, che dura dieci minuti e non richiede anestesia ma solo l’applicazione sulla pelle di un gel superidratante, si inviano tanti spot luminosi a tutta la zona perioculare. Ciò grazie a una lampada allo xenon, che emette una banda policromatica compresa tra i 580 e i 1200 nanometri. gli effetti Il trattamento svolge tre azioni: riattiva il microcircolo che “nutre” le ghiandole di Meibomio; produce un calore che scioglie le secrezioni ostruenti i dotti lacrimali; stimola le ghiandoline a lavorare meglio grazie all’azione indiretta sul sistema nervoso parasimpatico. A fine ciclo, l’uso di lacrime artificiali e di corticosteroidi si riduce al minimo nell’80% dei casi.