72 Sfide Generosa sì, ma efficace
Ci vuole un po’ di tattica anche nell’aiutare gli altri. Starai meglio tu e, soprattutto, loro
C’è altruismo e altruismo. Non basta lo slancio disinteressato verso il mondo a imprimere il marchio di “bontà” alle tue azioni, ci vuole pure un tocco di strategia. Lo sostiene il movimento dell’Effective altruism (altruismo efficace): se le azioni generose sono solo “di pancia”, senza “testa”, difficilmente
possono fare la differenza.
INFORMATI
«Oltre a emozioni, entusiasmo e sane intenzioni servono ragionamento, informazione e preparazione » , chiarisce Andrea Righi, psicologo del lavoro. «Altrimenti succede che ti impegni, per esempio, a pulire il bosco dalle cartacce, ma finisce che distruggi le tane degli animali selvatici perché non sai come muoverti. Prima di partire in quarta, allora, prova a chiederti: “Come posso agire nel miglior modo possibile per il benessere di ciò o di chi mi sta a cuore?”. Non pretendere di trovare la risposta in te stessa: raccogli dati e notizie, o affidati a chi sostiene la tua stessa causa, ma ha più esperienza di te». E una volta appurato qual è il miglior modo per esprimere la tua prodigalità, potrai affrontare l’altra faccia della medaglia dell’altruismo efficace, ovvero capire come massimizzare la quantità di bene alla tua portata.
E SCEGLI
Anche nella vita di tutti i giorni, le attenzioni verso familiari, amici e colleghi dovrebbero essere ragionate. Gli esperti del Centro scientifico “Greater Good” dell’università californiana di Berkeley dicono che sono davvero efficaci solo i gesti altruistici che fanno sentire chi li compie autonomo, capace e vicino al prossimo. «Se questi bisogni non vengono soddisfatti, la generosità si carica di stati d’animo negativi», spiega il dottor Righi, e rischia di diventare una fonte di frustrazione che sciupa la pienezza del “buon gesto”.
« Come primo consiglio, quindi, tieniti lontana da obblighi o pressioni sociali, ma pesa la tua reale disponibilità » . Ti proponi di sostituire la collega con il bambino malato? O lo fai senza limiti – d’impegno, di orario, di pazienza – oppure lascia perdere. Un “dono” incartato con i “ma” e i “se” non è gradito ad alcuno.
Non intestardirti in missioni senza speranza o al di fuori della tua portata. Va bene provarci, però se non riesci a essere veramente d’aiuto lascia perdere, altrimenti la tua dedizione si traduce in una sconfitta: ti sentirai incapace e impotente. Un insuccesso che, di fatto, sciupa l’indole generosa: la paura di essere inutile è un deterrente che ti renderà meno sollecita, in altre occasioni, a dare una mano. « Infine, prima di buttarti, sperimenta se la tua generosità è gradita » , conclude l’esperto. «Parti sempre con piccoli favori e verificane l’effetto. Non sempre gli altri apprezzano. Se succede, non insistere. Evita di rimuginare sulle ragioni del rifiuto. Ti rendono solo rancorosa e livida. Di sicuro, tante altre persone aspettano i tuoi regali».