Ma davvero TUTTE LE DONNE CELLULITE?
Virgina Raggi, sindaco di Roma, ne è convinta. Secondo gli esperti non è così. Di sicuro non piace (quasi) a nessuna. E più ne sappiamo, meglio è
Virginia Raggi, sindaco/a di Roma, ci ha scherzato su. Rivolta ai fotografi che la stavano riprendendo, ha dichiarato sbrigativa: «Evitiamo lo scoop sulla cellulite. Ce l’ho, ve lo dico io, son femmina». E così ha prevenuto le critiche che non hanno invece risparmiato il ministro Maria Elena Boschi: quest’estate è stata attenta a non farsi paparazzare in bikini, ma le cosce non marmoree sono state smascherate, complici un accavallamento di gambe e una gonna troppo corta. Le due politiche non sono certo sovrappeso: che abbia forse ragione Raggi a dire che, se sei donna, alla cellulite non scampi?
È solo una faccenda “femminile”?
«Purtroppo sì: i maschi hanno la pancetta, ma di cellulite neanche l’ombra, merito della disposizione delle loro cellule adipose, che non si gonfiano premendo il derma come capita a noi», spiega Cristina Fogazzi, autrice con il chirurgo plastico Enrico Motta di Guida cinica alla cellulite (Mondadori).
Le nostre nonne e mamme ne avevano meno?
«Non disponiamo di dati statistici, perché un tempo il problema non era sentito», risponde il dottor Motta. «Ci si comincia a preoccupare della cellulite intorno agli anni ’70-’80, quando l’ideale estetico femminile cambia. Si può però supporre che prima questa patologia esistesse (basti pensare ai quadri e alle sculture che hanno immortalato le cosce abbondanti delle modelle del passato), ma forse era meno diffusa perché si mangiava meno e ci si muoveva di più».
È proprio un’epidemia?
Sembra che ne soffra l’80% della popolazione femminile. Ma il dato potrebbe essere sovrastimato. «Le donne che si rivolgono a uno studio medico estetico vengono sottoposte a una serie di controlli (circolatori, appoggio plantare, valutazione della panniculopatia). Alla fine risulta che solo un 50% ha davvero bisogno di un trattamento rimodellante», dice il dottor Enrico Motta. Per le altre la situazione si può tenere sotto controllo o migliorare con un adeguato stile di vita.
Si tratta di una questione genetica?
«Nel 25% circa dei casi, sì», rivela il professor Antonino Di Pietro, dermatolgo. «Sono più predisposte le donne con struttura “a pera”, il tipo ginoide con fianchi e cosce sontuosi. Le donne con struttura androide, a “mela”, di solito hanno meno problemi». Ci sono altre categorie di donne che sfuggono alla pelle a materasso? «Chi è d’origine africana la maschera meglio, perché ha la cute più spessa, una guaina compatta che resiste alla pressione dei cuscinetti», precisa il chirurgo plastico Enrico Motta.
Perché ne soffrono anche le magre?
«Le cause più comuni sono problemi alla microcircolazione, la sedentarietà, un consumo eccessivo di sale. Oppure è colpa della struttura ginoide: si può dimagrire quanto si vuole, ma questa non cambia», spiega Enrico Motta.
I trattamenti medico estetici funzionano?
«Sì, a patto di scegliere quelli giusti e di non scoraggiarsi dopo poche sedute», spiega il chirurgo plastico. «Carbossiterapia e mesoterapia, pur non essendo risolutivi, aiutano davvero: prevedi di sottoporti ad almeno 10 sedute (da 60 €, n.d.r.)».