LE NUOVE STRATEGIE PER LA SALUTE DEL CUORE
L’85% delle malattie cardiovascolari si può prevenire con uno stile di vita sano. Qui trovi le indicazioni più aggiornate
Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nel nostro Paese, determinando il 44% di tutti i decessi, e sono anche il principale motivo di disabilità. Ma si può fare molto per prevenirle. Facciamo il punto sulle buone abitudini per mantenere il cuore in salute (e su quelle cattive da bandire) con le novità e le importanti conferme emerse dal recente congresso della Società europea di cardiologia.
colesterolo: i livelli li decide il medico
E lo fa in base al tuo rischio cardiovascolare. Contrariamente a quanto è stato detto recentemente (l’LDL deve essere il “più basso possibile”), le nuove linee guida per l’ipercolesterolemia non richiedono traguardi troppo diffcili da raggiungere. Sui referti degli esami, dove è indicato il colesterolo totale, in futuro potrà essere indicato un valore assoluto, senza più soglia di riferimento. «Sarà il medico a valutarlo in base al rischio individuale. L’LDL, in generale non dovrebbe superare i 70 mg/dl in chi ha un rischio cardiovascolare molto alto (per chi ha già avuto un infarto o un ictus), i 100 mg/dl in chi ha un rischio alto (per chi soffre di ipercolesterolemia familiare o di forte ipertensione) e i 115 mg/dl in chi ha un rischio moderato. Tali livelli si raggiungono prima con uno stile di vita adeguato, e poi con i farmaci», precisa Michele Gulizia, direttore della Cardiologia dell’ospedale Garibaldi di Catania e coordinatore del documento italiano di Consenso sull’argomen- to. «Ma in chi non riesce a raggiungere la soglia di guardia nonostante la terapia, si considera già buono il dimezzamento dei livelli».
arriva il misuratore della sedentarietà
Il 31% degli italiani tra 18 e 69 anni è completamente inattivo, ma oggi c’è un algoritmo salvacuore che spazzerà via ogni scusa: si chiama PAI (Personal Activity Index) e permette di valutare l’attività fisica e il suo effetto preventivo cardiovascolare. È stato testato su oltre 39mila persone: quelli con un PAI superiore a 100 hanno fatto registrare una riduzione del 23% del rischio di mortalità cardiovascolare rispetto ai sedentari. Si pensa, quindi, di incorporarlo in un dispositivo da indossare durante l’attività fisica, perché ne misuri l’efficacia, segnalando progressi e abbassamento del rischio. «Nell’attesa, il consiglio è di fare almeno 150 minuti a settimana di attività aerobica moderata, come una passeggiata a passo veloce, o almeno 75 minuti di