Essere genitori nell’era digitale
Un’amica mi chiama con la voce delle emergenze. Sua figlia di dieci anni, in prima media da appena tre settimane, vuole un cellulare. È una bambina responsabile, lei, di quelle studiose, col senso del dovere nel DNA. Non ha mai chiesto nulla con così tanta insistenza. E lo fa perché non vuole sentirsi esclusa dai programmi extrascolastici delle compagne, dai commenti sul bello della classe. E sua mamma, la mia amica, è decisa: sì! Glielo comprerà. Però è agitata da una paura mai provata finora. Appartiene alla prima generazione di mamme che sperimenta questo tipo di paura. Non è il timore che quel gingillo tecnologico distragga sua figlia dallo studio, bensì che lei lo usi impropriamente e che quindi, a sua volta, qualcuno faccia uso improprio di sua figlia.
E se mandasse la foto sbagliata alla persona sbagliata? E se lasciasse un commento offensivo sul profilo di un amico, facendogli inconsapevolmente del male? Mi snocciola queste paure una dopo l’altra. E io intanto mi domando: come si fa a educare i figli all’uso della tecnologia? Noi genitori stiamo imparando adesso che cos’è la reputazione digitale: come possiamo proteggere loro da qualcosa che conosciamo appena?
Ne parliamo in un approfondito servizio a pagina 18. Dove oltre a tanti consigli interessanti, ho trovato un suggerimento che metterò in pratica fin da subito. Smetterò di proteggere le mie figlie dalla cronaca che ogni giorno ci dispensa casi di cyberbullismo. E inizierò a raccontarli e a commentarli assieme a loro. «Perché il modo migliore è portarli a ragionare da soli, senza minacce e divieti», dice la nostra esperta.