Ma i saponi ANTIBATTERICI DAVVERO UTILI?
Negli Usa sono state vietate 19 sostanze battericide presenti in detergenti di uso comune. In Europa e in Italia sono permesse: come dobbiamo comportarci? Risponde l’esperta
La Food and Drug Administration (FDA), l’ente statunitense che regolamenta farmaci, cosmetici e alimenti, ha vietato i saponi che contengono una o più tra 19 sostanze ad azione antibatterica. Il divieto riguarda i detergenti, liquidi e solidi, di uso comune che richiedono il risciacquo, ma non le salviettine e i gel igienizzanti senza risciacquo, né gli antibatterici per uso sanitario.
sono inutili Mancano prove scientifiche circa l’effettiva maggiore efficacia di questi detergenti, rispetto ad acqua e saponi tradizionali. «La pelle, in condizioni normali, può contare sul microbiota cutaneo, cioè la flora batterica che si oppone allo sviluppo e alla proliferazione di germi potenzialmente pericolosi. Contribuendo anche al mantenimento del film idrolipidico protettivo a base di grassi e acqua», spiega Pucci Romano, dermatologa, presidente di Skineco, Associazione internazionale di ecodermatologia. Una detersione con acqua e sapone comune, eliminando lo sporco senza alterare le difese cutanee, ha quindi una modica azione antibatterica, sufficiente nella vita di tutti i giorni.
l’uso frequente può essere nocivo «I saponi antibatterici, soprattutto se usati abitualmente, possono aggredire i microbi “buoni” del microbiota, alterandone l’equilibrio e riducendo le difese, con effetto irritante. E sembra possano favorire l’antibiotico-resistenza», continua l’esperta. Tra le sostanze bandite c’è il triclosan, ammesso in Europa e in Italia e usato anche in detergenti intimi e dentifrici. «Si sospetta possa creare problemi ormonali: ricerche hanno anche mostrato che si accumula nell’organismo, passando dalla pelle nel latte materno», spiega Romano.
evitali anche tu «Sperando che anche l’UE faccia presto la stessa scelta degli USA, meglio non usare prodotti per l’igiene quotidiana, anche intima, definiti “antibatterici”, preferendo detergenti con tensioattivi derivati da grassi vegetali, che puliscono efficacemente senza essere aggressivi. No anche a dentifrici e ad altri prodotti che contengono triclosan», conclude la dermatologa. Oltre a quest’ultimo, l’FDA ha messo al bando: triclocarban, tribromsalan, fluorosalan, hexachlorophene, hexylresorcinol, methylbenzethonium chloride, phenol, secondary amyltricresols, sodium oxychlorosene, triple dye e sei ingredienti a base di iodio (tra cui lo iodopovidone).