Starbene

La via facile

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«Cara Annalisa, le scrivo riguardo all’argomento obesità, che mi ha riguardato per 27 anni della mia vita. Le assicuro che è stato un tormento. Provare mille diete spendendo veramente molti soldi ma senza risultati. Sentirsi perennemen­te inadatti, con la gente che ti fissa e le commesse che ti dicono, sprezzanti, di andare in negozi per taglie forti. Per mia scelta, dopo una valutazion­e da parte di un’équipe medica stupenda, un anno fa mi sono sottoposta a un intervento di chirurgia bariatrica: riduzione dello stomaco dell’80%. A oggi ho perso 45 kg e sono rinata nel vero senso della parola. Eppure, nonostante questa grossa perdita di peso, la gente ha sempre qualcosa da dire: “Hai scelto la via facile”, “Tutti sono capaci di perdere peso così”. Senza neppure sapere la mia storia dietro a quei chili, la perdita di mio padre e tutti gli altri fattori che mi hanno portato a ingrassare».

La lettera di Valentina mi ha colpita perché arriva qualche giorno aver incontrato, al DMlab (l’evento di cui parliamo a pag. 82), Marina Biglia, presidente dell’associazio­ne Amici obesi onlus. Anche lei ha dovuto affrontare il rapporto con un corpo scomodo e ingombrant­e. Anche lei, grazie a un intervento di chirurgia bariatrica, è scesa a “una orgogliosi­ssima 48”: «Pesavo 140 chili e dicevo di non mangiare nulla, mia mamma mi ha portato dall’esorcista», ha raccontato. La cosa più difficile erano gli sguardi degli altri: «I primi a fare battutacce sugli obesi sono loro stessi, perché preferisco­no dirsi da soli ciò che non vogliono sentirsi dire dagli altri», ha confessato Marina. Eppure, «una donna XXL ha lo stesso bisogno di essere amata di una modella», ha concluso.

Si parla troppo poco della discrimina­zione contro gli obesi, poiché tutti pensano che se la siano cercata. Invece no: dietro il cibo ingurgitat­o voracement­e, o di nascosto, spesso e volentieri c’è solo una richiesta d’aiuto.

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