NUOVE SPERANZE DALLE STAMINALI IPSC
In fatto di rigenerazione di organi e tessuti il filone di ricerca più promettente è quello legato alle cellule staminali, in sostanza quelle primitive, ancora non “specializzate” e quindi capaci di trasformarsi in altri tipi di cellule. Una ricerca frenata, in Italia, poiché la legge 40 del 2004 vieta l’uso delle cellule embrionali non utilizzate durante i processi di fecondazione assistita. Nel mondo, invece, si stanno spendendo milioni e gli investimenti provengono anche da colossi che hanno origine non medicali, come la giapponese Fujifilm, nota soprattutto nell’ambito fotografico e nella diagnostica. «Negli anni abbiamo acquisito un’esperienza straordinaria sul collagene, una proteina fondamentale per le pellicole fotografiche, ma anche quella principale del tessuto connettivo umano», spiega Toshikazu Ban, general manager della divisione di Medicina rigenerativa del gruppo, in cui lavorano circa 400 persone. Oggi Fuji è impegnata nella ricerca sulle cosiddette Ipsc, staminali pluripotenti indotte, ossia capaci di fare il percorso “inverso” di qulle classicche. Si parte cioè da cellule adulte già specializzate, che vengono però riportate a uno stadio di partenza e ricodificate con l’introduzione di particolari geni. «In futuro, con queste conoscenze, si potranno trovare cure per le malattie della retina, il Parkinson e per riparare i cardiomiociti, tutti problemi ancora oggi senza soluzione», sostiene Ban.