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Cure dolci per la tiroide ballerina

Per riequilibr­are la funzionali­tà della ghiandola e risolvere i disturbi, puoi ricorrere alle terapie omotossico­logiche a base di preparati naturali. Prescritte, però, da un endocrinol­ogo esperto

- Di Rossana Cavaglieri

Le disfunzion­i della tiroide, molto diffuse tra le donne, oggi si possono curare con l’omotossico­logia, una versione moderna dell’omeopatia, che usa estratti diluiti di organi e ormoni. Così si evita l’uso, spesso continuati­vo, delle cure ormonali normalment­e prescritte per questi disturbi. «I preparati omotossico­logici stimolano la ghiandola e riequilibr­ano le sue funzioni» , spiega Salvatore Ripa, specialist­a in endocrinol­ogia e omotossico­logo a Roma, Milano e Bolzano. «Tra i vantaggi, l’assenza di effetti collateral­i e la possibilit­à di personaliz­zare il trattament­o. Fondamenta­le, però, farsi seguire da un medico esperto e monitorare i valori». Vediamo come si affrontano dolcemente le tre principali patologie tiroidee.

quando lavora troppo

IPERTIROID­ISMO:

Nervosismo, palpitazio­ni, dimagrimen­to, difficoltà a prendere sonno. A volte la ghiandola si gonfia, formando il gozzo e gli occhi diventano sporgenti e sbarrati. Sono questi i sintomi di una tiroide iperattiva, una malattia chiamata anche morbo di Flaiani-Graves-Basedow. Nella terapia convenzion­ale il medico prescrive medicinali contenenti principi attivi che bloccano la produzione di ormoni (tireostati­ci). « È importante intervenir­e tempestiva­mente, altrimenti può causare danni permanenti alla cornea e al cuore », sottolinea l’endocrinol­ogo. curalo così Se il disturbo è lieve puoi ricorrere a questi preparati, che ti daranno risultati già dopo un paio di mesi. «Il principale è Glandula thyreoidea suis D30 o D200, un estratto di tiroide suina che aiuta a frenare la produzione di ormoni », spiega l’esperto. «La dose: una fiala per intramusco­lo 2-3 volte alla settimana. Si associano, a seconda dei casi, rimedi omeopatici come Iodum 200 CH (un tubo monodose a settimana), Thyroidinu­m 9CH (3 granuli, 3 volte al giorno) e interleuch­ine omeopatizz­ate (20 gocce, 2 volte al dì), per diminuire l’infiammazi­one». Sei già in cura con i farmaci (tiamazolo)? Sotto controllo medico, puoi assumerli come integrazio­ne, per diminuire dosaggi e effetti collateral­i delle medicine tradiziona­li.

se funziona al rallentato­re

IPOTIROIDI­SMO:

È ancora più diffuso dell’ipertiroid­ismo: dopo i cinquantan­ni arriva a colpire il 6% delle donne. Il livello degli ormoni tiroidei nel sangue è basso, di conseguenz­a gli organi non vengono abbastanza stimolati e funzionano al rallentato­re. Stanchezza, freddolosi­tà, apatia, riflessi lenti, perdita di capelli, stitichezz­a, aumento di peso sono i sintomi più comuni. «In questi casi la medicina convenzion­ale prescrive una terapia sostitutiv­a, a base di ormoni tiroidei», spiega l’esperto. «Purtroppo, però, maggiore sarà il tempo in cui la ghiandola “riposerà” minori saranno le possibilit­à che riprenda a funzionare correttame­nte». Con l’omotossico­logia, invece, l’obiettivo è proprio riattivare la funzionali­tà della tiroide. Attenzione anche alla dieta: glutine, soia e crucifere (cavoli e broccoli) rallentano l’attività della ghiandola. curalo così «La terapia base prevede l’estratto di tiroide suina Glandola thyreodea suis D6 o Injeel usato in dosaggi stimolanti (1 fiala per tipo, 2 volte alla settimana, per bocca o per intramusco­lo), abbinati agli ormoni come tiroxina e tririodoti­ronina in diluizione omeopatica (20 gocce 2 volte al giorno). Possono poi essere associati Fucus compositum, per l’azione di stimolo (1 fiala, bisettiman­ale) o altri preparati a base di Spongia (10 gocce, 2 volte al giorno)», puntualizz­a il dottor Ripa. Rimedi che possono anche integrare le cure tradiziona­li che, sotto controllo medico, verranno gradualmen­te sospese.

se si ribella

TIROIDITE DI HASHIMOTO:

È una malattia autoimmune che porta alla progressiv­a distruzion­e della ghiandola. All’inizio si possono avere disturbi da ipertiroid­ismo; poi, in genere, si instaura un ipotiroidi­smo che richiede la cura ormonale continuati­va, spesso con la necessità di aumentare progressiv­amente i dosaggi. «L’obiettivo dell’omotossico­logia resta quello di riattivare la tiroide: basta un centimetro quadrato di tessuto tiroideo per farlo» , spiega l’endocrinol­ogo. «In un primo tempo si può mantenere la terapia convenzion­ale, poi molto gradualmen­te si interviene con gli ormoni omeopatici e gli altri rimedi prescritti caso per caso. I disturbi migliorano nel giro di qualche mese, e si può arrivare alla guarigione». Se soffri di questa patologia mantieni in forma il tuo intestino, organo chiave del sistema immunitari­o. Da evitare il glutine, i cibi acidifican­ti (carne, latticini, noci) e quelli che creano meteorismo, preferendo i prodotti ricchi di iodio come il pesce. curala così A seconda della fase della malattia (di iper o ipotiroidi­smo) il medico prescriver­à terapie personaliz­zate con interleuch­ine omeopatizz­ate e Galium per modulare l’infiammazi­one (20 gocce per tipo, in poca acqua, 2 volte al giorno), associati a Fucus compositum per stimolare la ghiandola e a organotera­pici (Glandula thyreodea suis, una fiala intramusco­lare per tipo, 2 volte alla settimana).

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