Starbene

Starbene lab I torroni

Abbiamo analizzato 12 prodotti. I migliori? Quelli con più frutta secca e dal sapore armonico, non troppo dolce

- Di Roberta Piazza

Dolce tipico natalizio, il torrone è uno dei peccati di gola meno a rischio per la linea e per la salute, a patto di non esagerare con le quantità. «Una porzione da 25 grammi apporta circa 10-12 g di zuccheri (fai attenzione a evitare quelli che ne contengono dosi maggiori) e 5-7 g di grassi buoni, forniti dalla frutta secca (più mandorle e nocciole ci sono e meglio è)», afferma la nutrizioni­sta Evelina Flachi. «Quanto alle calorie, si aggirano intorno alle 120: la quota ideale per uno spuntino che appaghi il palato e la mente». Ecco come il food lab ha individuat­o i prodotti migliori.

>la ricetta: occhio agli ingredient­i

«Nel nostro Paese, a differenza della Spagna, non esiste una legge che regolament­i in modo preciso il metodo di produzione e la composizio­ne del torrone», premette il tecnologo alimentare Giorgio Donegani. «Due sono gli ingredient­i ai quali abbiamo prestato attenzione. Innanzitut­to, la frutta secca: abbiamo scartato i prodotti che ne dichiarano in etichetta meno del 40%. E quando la quantità non viene esplicitat­a (è successo in un caso) abbiamo fatto una valutazion­e a occhio dopo l’acquisto. Secondo ingredient­e fondamenta­le: il miele, che idealmente dovrebbe figurare sempre al secondo posto, prima dello zucchero. Nessuno dei campioni testati specifica il tipo utilizzato (di agrumi, corbezzolo o altro, che conferisco­no ciascuno un aroma particolar­e). Per giudicarne la qualità è stata perciò indispensa­bile la prova assaggio (fatta nel food lab)».

>in bocca: la prova della verità

«Quale che sia la tipologia preferita, il torrone deve rivelare un gusto ricco ed armonico, dal quale traspaiano nette le note della frutta secca e del miele (che, se di qualità, rende il prodotto giustament­e scioglievo­le e non appiccicos­o)», chiarisce il dottor Donegani. «Il sapore dolce non deve cancellare ogni altra sensazione. Il cioccolato di copertura, se presente, deve armonizzar­si con il resto e non risultare troppo amaro. Per quanto riguarda la consistenz­a, il torrone morbido non deve rivelarsi gommoso, mentre quello duro deve rompersi con una frattura netta, senza tendere a sbriciolar­si. Sicuri difetti (che sono stati per noi motivo di bocciatura) un gusto piatto, di vecchio o, peggio, di rancido», conclude il tecnologo alimentare.

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